Politica

Milano farà a meno di loro, e anche l’Italia

Ironia della sorte, nella giornata dei risultati elettorali una delle terrazze di Palazzo Grazioli è stata duramente colpita dal vento, quasi scoperchiata. Gli antichi ne avrebbero tratto i migliori auspici sulla possibile prossima sconfitta del padrone di casa. Milano non potrà certo fare a meno di noi, aveva sproloquiato, persino dentro il seggio elettorale. Invece Milano, almeno per ora, sembra non aver più bisogno né di lui, né di quella signora che si è permessa di dare del ladroa Giuliano Pisapia, nella speranza di agguantare qualche voto di sgobbo, grazie all’ingiuria, alla bugia, alla violenza, tutta merce avariata che riempie da anni i magazzini di Arcore e che viene spacciata a piene mani, a tutte le ore, dalle reti televisive di proprietà del cavaliere.

Per ora, almeno per ora, i milanesi hanno negato non solo il trionfo, ma persino una vittoria di misura alla Moratti. Non solo, hanno negato il preannunciato successo  anche a Napoli, dove le truppe di Cosentino già si apprestavano ad alzare i loro tristi gonfaloni sul palazzo municipale.

Tutto risolto? Neanche per idea. Da qui ai ballottaggi accadrà di tutto, le piazze mediatiche conosceranno una militarizzazione senza precedenti. Berlusconi si giocherà una partita mortale e lo farà con tutti i mezzi, leciti e illeciti. Non esiterà a travolgere quella finzione di par condicio ancora  sopravvissuta, insulterà le Autorità di garanzia, invaderà ogni spazio utilizzabile. Persino in questi giorni è riuscito a rimontare situazioni ormai compromesse, figuriamoci ora che sente vicina una possibile fine politica. Nessuno, almeno nel centro sinistra, dimentichi i dieci punti percentuali recuperati da Berlusconi, in una settimana, quando tutti già annunciavano la facile vittoria di Prodi nel 2008. Certo, il Berlusconi di oggi appare un ronzino azzoppato, un anziano attore che ripete vecchie battute, ma resta pur sempre il proprietario di quasi tutte le tv nazionali.

Nei giorni scorsi il segretario del Pd, Bersani, ha annunciato la sua intenzione di salire sul tetto dell’Autorità di garanzia delle comunicazioni per protestare contro la straordinaria disparità di tempi e di mezzi messi a disposizione dei diversi candidati. Sarà il caso che acquisti subito la scala e che inviti a partecipare alla scalata tutti i candidati al ballottaggio, tutte le forze politiche discriminate, comunque collocate, e i comitati referendari che sono stati letteralmente cancellati, salvo le solite lodevoli eccezioni, dal polo Raiset.

Non aspettiamo le ultime ore per reclamare una campagna elettorale non truccata, per rivendicare il rispetto della legalità repubblicana e dei diritti costituzionali! Per ora è stata vinta mezza partita, ma il risultato finale è ancora da scrivere.

Ps: Sarà infine il caso che alcuni dirigenti del centro sinistra, a Napoli come a Bologna come a Milano, invece di continuare a litigare tra loro e a sbeffeggiare chi ha votato le liste di Grillo, prendano  rapidamente atto che l’avversario da battere è la destra berlusconiana e che per farlo sarà il caso di sostenere lealmente i candidati che sfideranno i vari Lettieri, Bernardini, Moratti, per fare solo qualche nome. Per una volta, almeno per una volta, mettiamo tra parentesi le nostre rispettive antipatie e irritazioni e cerchiamo di liberare l’Italia da questo incubo. Per litigare ci sarà sempre tempo, possibilmente dopo…