Hanno inviato una lettera al direttore Augusto Minzolini, in cui esprimono "forte dissenso" per le scelte editoriali. E chiedono il ripristino della "reale obiettività della notizia". Non solo. La protesta è collegata anche alle scelte artistiche che, dicono, non sempre vengono rispettate
In una lettera inviata al direttorissimo e condivisa all’unanimità, i 25 montatori di corso Sempione “esprimono il loro forte dissenso nei confronti di un’informazione parziale e coartata”. E non riconoscendosi nella linea di Minzolini, “sia come professionisti del settore giornalistico che come utenti della televisione pubblica, ritirano la firma dai propri servizi del telegiornale in attesa di un cambio nella gestione e di un ripristino di quella che dovrebbe essere una reale obiettività della notizia che restituisca al Tg1 la dignità che gli deve appartenere in quanto prima fonte d’informazione del Paese”.
Chi si occupa di montaggio nella sede milanese, lo fa per tutte le testate della Rai. Perché togliere la firma solo dai servizi mandati in onda dal Tg1? “Questo telegiornale dà notizie di parte – spiegano i montatori a ilfattoquotidiano.it -. Noi siamo lavoratori tenuti a prestare un servizio pubblico. E ora vogliamo difendere proprio la dignità di questo servizio pubblico”. L’ultimo episodio a far discutere nei corridoi di corso Sempione è di lunedì scorso. Il Tg1 ha un’inviata nella sede del comitato elettorale di Giuliano Pisapia. Ma è meglio non lanciare il collegamento, visto che le proiezioni danno il candidato del centrosinistra in vantaggio.
I montatori lamentano pure che l’autonomia nelle scelte artistiche non è sempre garantita. E le macchine con cui lavorano sono obsolete: “Mancano gli investimenti. E’ quasi un miracolo riuscire ad andare in onda”. Ma quello che più li irrita è come il Tg1 fa informazione. “Un telegiornale – dicono – che è sempre più di costume e sempre meno di notizie. Contribuiamo al processo di messa in onda e ora preferiamo tirarcene fuori: non vogliamo più che i nostri nomi partecipino a questa disfatta”.
La decisione dei montatori segue di un anno quella di Maria Luisa Busi, che in polemica con il proprio direttore, aveva scelto di non condurre più l’edizione delle 20 del Tg1. Non potendo togliere la firma, per salvare la sua professionalità la Busi aveva deciso di levare la faccia. Un gesto che seguiva i contestati editoriali di Minzolini e l’epurazione dal video dei non allineati Tiziana Ferrario, Piero Damosso e Paolo Di Giannantonio. In un anno le cose al Tg1 non sono certo cambiate. E se i giornalisti non dicono “basta”, tocca farlo ai montatori.