nebbiolo primaLa settimana scorsa abbiamo partecipato a Nebbiolo Prima, ossia l’anteprima mondiale di degustazione del Barolo, Barbaresco e Roero: il vitigno Nebbiolo nelle sue diverse espressioni. Cioè i vini più longevi e nobili di’Italia.

La manifestazione riunisce venditori, importatori, sommelier, pennaioli e critici da tutto il mondo. È organizzata dall’Unione Produttori Vini Albesi, che dal 1973 ha rimesso nell’uso la caratteristica e autoctona bottiglia Albeisa, dopo che per due secoli era stato sostituita da bottiglie di foggia francese (Bordolese e Bogognotta) in quanto più economiche e regolari.

Così, dopo essere sopravvissuti all’assaggio di qualche centinaio di vini, in 5 giorni e altrettante cene, possiamo tentare qualche giudizio:

  • l’annata 2007 (l’avevamo già scritto) è stata calda ma i vini prodotti non sono cotti, ma maturi, nel senso di pronti ad essere bevuti. I vini 2007 non hanno la complessità dei 2006, e nemmeno avranno la loro longevità, ma hanno una considerevole piacevolezza, e già da non pochi mesi. Bisogna approfittarne.
  • L’annata 2008 non è stata calda, ma irregolare e a tratti piovosa, e ha richiesto lavoro in vigna oltre che pazienza nella vendemmia. I vini 2008 sono variabili, con acidità spiccata, nei migliori casi combinata a un bel corpo pieno. Talora austeri, talora espressivi, sono comunque meno pronti dei 2007. I migliori 2008, però, paiono più complessi dei migliori 2007.

BAROLO 2007: nonostante le voci contrarie, primeggiano ancora le interpretazioni barricate dei vini che, in un’annata in cui non è mancata l’alcolicità, riescono poco piacevoli, oltre che poco riconoscibili.

I migliori
Bartolo Mascarello;
Giuseppe Rinaldi “Brunate Le Coste”
Cavallotto “Bricco Boschis”
Guido Porro “Vigna S.Caterina”
Giacomo Fenocchio “Villero”

Molto buoni
Giuseppe Rinaldi “Cannubi-San Lorenzo Ravera”
Burlotto “Vigneto Cannubi”
Giacomo Fenocchio “Bussia”
Francesco Rinaldi “Le Brunate”

Buoni
Castello di Verduno “Massara”
Giacomo Brezza “Cannubi”
Marcarini “La Serra”
Massolino “Parafada”
Borgogno F.lli “Cannubi”

BAROLO RIOSERVA 2005: una ventina i vini Riserva da un’annata non facile e piovosa. Molto buoni il “Vignolo” di Cavallotto e il “Monvigliero” del Castello di Verduno. Buona la Riserva 2005 di Livia Fontana.

BARBARESCO 2008: certamente non pronti, vini ancora spigolosi, è stato difficile destreggiarsi fra acidità e tannini, accentuati dalle solite e pacchiane tostature di barricche.

I migliori
Rizzi “Nervo Fondetta”

Buoni
Castello di Verduno “Rabajà”
Cortese “Rabajà”
Castello di Neive “Santo Stefano”
Castello di Neive “Gallina”
F.lli Giacosa Basarin”
Albino Rocca “Ronchi”
Moccagatta “Bric Balin”
Rattalino “42”
Cascina delle Rose “Tre Stelle”

BARBARESCO RISERVA 2006: poco più di una decina i Riserva in assaggio, da una bellissima annata, che ha dato vini austeri ma equilibrati e longevi, oltre che deliziosi. Cominciano a esprimersi ora. Il migliore assaggiato è la Riserva “Santo Stefano” del Castello di Neive.

Roero: i vini del Roero migliorano, nonostante l’annata 2008 sia stata spigolosa. Le Riserve del 2007 presentate non ci hanno pienamente convinto.

I migliori 2008:
Cascina Val del Prete
Cascina Ca’ Rossa “Audinaggio”

All’anteprima mancavano alcune delle più celebri aziende vinicole d’Italia, che recensiremo in uno dei prossimi articoli: Giacomo Conterno, Angelo Gaja, Giuseppe Mascarello, Roberto Voerzio, Sandrone, Aldo Conterno e, non ultimo, Bruno Giacosa. I Giacosa, qualche giorno fa, hanno deciso di riprendere la collaborazione con Dante Scaglione che aveva affiancato per tanti anni il grande Bruno in cantina fino al 2008, per poi essere sostituito da Giorgio Lavagna. Il ritorno di Scaglione fuga ogni dubbio e timore sul cambiamento di stile di quelli che sono fra i più eccellenti vini (Barolo e Barbaresco su tutti) mai prodotti in Italia. Bruno Giacosa è un faro per tutta l’enologia e l’estetica enogastronomica. Il suo 1964 Barbaresco Santo Stefano Riserva etichetta rossa, assaggiato un mese fa a Los Angeles assieme ad altri vini rarissimi, è semplicemente magnifico.

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