E’ di tre morti il bilancio del tentato sbarco sulle coste di Mazara del Vallo, nel trapanese. Secondo una prima ricostruzione della Guardia costiera, i migranti erano stati costretti dagli scafisti ad abbandonare l’imbarcazione su cui viaggiavano e a gettarsi in acqua. In 14 – tutti giovani tra i 25 e i 30 anni – hanno raggiunto a nuoto Contrada Granitola, a Mazara del Vallo. Lì hanno raccontato di essere partiti in 17. Durante le ricerche, gli agenti hanno subito ritrovato il primo cadavere. Degli altri due migranti dispersi si pensava che avessero raggiunto anche loro la costa a nuoto, per poi nascondersi. Fino a quando un elicottero della Guardia di Finanza non ha ritrovato il secondo corpo presso la foce del fiume Arena e, a circa 200 metri di distanza, l’altro cadavere. Nonostante i migranti abbiano parlato di tre persone che mancavano all’appello, le ricerche di eventuali altri dispersi continuano.

A Lampedusa intanto sono ripresi gli sbarchi, interrotti da venerdì. Nel porto dell’isola sono arrivate le prime motovedette su cui viaggiano le 500 persone soccorse al largo dagli uomini della guardia di finanza. Il barcone con cui sono arrivati dalla Libia era alla deriva da stamattina, quando è stato avvistato, per un guasto al motore. I migranti, come loro stessi hanno raccontato, sono di diverse nazionalità, non solo africane. Alle due di questa notte 208 migranti sono sbarcati dopo una traversata durata 20 ore. Tra di loro, anche 23 donne e 3 bambini. Come hanno raccontato gli stessi immigrati, il barcone è partito dalla Libia. Il gruppo è stato subito trasferito al Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola, dove si trovano altri 285 migranti, metà dei quali tunisini.

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