Ora, che la Santanché rivendichi, con orgoglio, quel suo carattere, appunto, da “pasionaria”, stona. Ma come, lei, anticomunista per eccellenza, sfrutta un termine che evoca la storia del comunismo, Comintern compreso… E infatti, sempre nell’intervista al “Corriere”, se la prende con Giuliano Pisapia, “uno che voleva rifondare il comunismo”. Sorgono legittimi dubbi sulla qualità di certi studi universitari. Oppure, forse, la Santanché si è sbagliata. Voleva dire non “pasionaria”, ma passionale.
Intende, nonostante tutto, continuare ad autodefinirsi “pasionaria”? Suggeriamo caldamente alla signora Santanché di non usare una frase resa celebre da Dolores Ibarruri, la vera “pasionaria”: “No pasaran”. Frase pronunciata nel luglio 1936 all’indirizzo dei fascisti guidati dal generale Francisco Franco, artefice del golpe contro il Fronte Popolare dei partiti di sinistra. Seguiranno tre anni di guerra civile.
Ecco, uno slogan tipo “no pasaran”, rivolto a Pisapia per il prossimo ballottaggio nella battaglia da sindaco di Milano, susciterebbe una risata. Perché quelle due parole in bocca a una signora già portavoce della Destra storaciana sarebbero comicamente sublimi.