Il ministro per la Semplificazione annuncia: "La settimana prossima ci sarà una grosso regalo di Berlusconi e Bossi che cambierà l'atteggiamento dei milanesi per il voto del prossimo week-end". Un senatore dell'Italia dei valori svela: "Si tratta del trasferimento di tre dicasteri, due nel capoluogo meneghino e uno a Napoli". L'accusa: "E' voto di scambio"
A rivelarlo è stato il senatore Idv Luigi Li Gotti: “Due ministeri a Milano e uno a Napoli”, dice. “Mi hanno parlato del trasferimento di due ministeri a Milano, di cui uno sarebbe quello dell’Agricoltura (caro alla Lega, ndr) e di un ministero a Napoli, che dovrebbe essere quello delle Attività produttive”.
“Calderoli – prosegue – dovrebbe a breve presentare un provvedimento per decidere il decentramento di questi dicasteri. Noi penalisti questa roba la chiamiamo ‘voto di scambio’. E si tratterebbe di un qualcosa che accrescerebbe a dismisura il potere e il peso della Lega”. “Non mi sembra nulla che assomigli all’alta politica – conclude – è la solita compravendita di voti. Davvero una bella sorpresa!”. Li Gotti bolla l’idea come “una deflagrante patacca con effetti speciali”. Il motivo di questa scelta ad effetto, per il senatore, è la paura di perdere il capoluogo meneghino: “L’annuncio del ministro Calderoli significa che il centrodestra è visto perdente sia da Berlusconi che da Bossi. Diversamente non servirebbe un qualcosa di sorprendente per cambiare l’esito”.
Critico anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista: “Calderoli promette sorprese ma gli italiani si sono accorti che l’uovo di Pasqua del governo è guasto”. “Berlusconi e Bossi – dice – sono anni che fanno promesse senza mantenerle e lo stesso vale per sindaci come la Moratti. Per questo gli italiani vogliono cambiare e non si fidano più di chi alle parole non fa seguire i fatti. Non è un caso che l’unico vergognoso messaggio che Bossi e Berlusconi mandano agli italiani sono gli insulti a galantuomini come Pisapia. Uno spettacolo da fine impero a cui l’unità del centrosinistra e della sinistra possono porre fine, a partire dai ballottaggi delle comunali”, conclude.