La Corte d’appello di Milano ha assolto Marcello Dell’Utri dall’accusa di tentata estorsione ai danni del medico siciliano Vincenzo Garraffa. Stessa sorte per Vincenzo Virga, il boss mafioso detenuto all’ergastolo, accusato insieme al senatore del Pdl. Per entrambi il sostituto procuratore generale Isabella Pugliese aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione. “Il fatto non sussiste”, recita il dispositivo letto in aula dal giudice Marta Malacarne, che però ha richiamato il secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale, utilizzato quando manca la prova certa che il reato sia stato davvero commesso.
Una doccia fredda per Garraffa, unico presente in aula tra i protagonisti della vicenda, che si è detto “deluso” da una “giustizia ingiusta” e pronto a fare ricorso in Cassazione. Il suo legale, Giuseppe Culicchia, ha definito la sentenza “sorprendente”, perché “in tutti i gradi di giudizio i fatti sono stati ritenuti provati e il mio cliente pienamente attendibile”. Il reato si prescriverà nel 2013.
I fatti risalgono al 1991, quando Garraffa era presidente della squadra Pallacanestro Trapani, che aveva ottenuto una sponsorizzazione di circa un miliardo e mezzo di lire dalla società Birra Messina (gruppo Dreher), grazie alla mediazione di Pubitalia, la concessionaria della Fininvest allora presieduta da Dell’Utri. Secondo l’accusa, l’accordo sottobanco prevedeva che Garraffa avrebbe restituito metà della somma in nero in cambio di spazi pubblicitari.
Quando Garraffa si rifiuta di pagare l’intera somma, e punta a un accordo al dieci per cento, nasce la controversia che, secondo l’imprenditore, porta al tentativo di estorsione. “Io le consiglio di ripensarci”, gli avrebbe detto Dell’Utri, “abbiamo uomini e mezzi che la possono convincere a cambiare opinione”.
Detto fatto: una mattina alle sette si presenta da Garraffa, nell’ospedale in cui lavora, un boss trapanese di primo piano, Vincenzo Virga, che ribadisce le richieste di Dell’Utri. Nel 1992 Garraffa diventa senatore del Partito Repubblicano (lo resterà fino al 1994) e la vicenda si esaurisce. Emergerà soltanto qualche anno dopo, dalle indagini antimafia che puntano a Virga.
E’ particolarmente tortuoso il percorso processuale che tocca a Dell’Utri, già condannato definitivamente per false fatturazioni (sempre in relazione a Publitalia) e in secondo grado a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. Per la vicenda Garraffa, il braccio destro di Berlusconi e il capomafia erano stati condannati in appello a due anni di reclusione, ma la sentenza era stata annullata in Cassazione. Nel nuovo giudizio d’appello il reato era stato derubricato a minacce gravi, quindi dichiarato prescritto.
Ma non era finita lì. Un nuovo annullamento della Cassazione aveva rimandato il processo per la terza volta in appello, riproponendo il tentativo di estorsione. Oggi l’ennesima sentenza, questa volta di assoluzione.
Gli avvocati di Dell’Utri, Pietro Federico e Giuseppe Di Peri, hanno sottolineato che la sentenza di oggi “dovrebbe essere presa in considerazione dalla Cassazione che si pronuncerà sul processo di Palermo”, questa presunta estorsione è fra gli elementi portati dall’accusa per contestare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Del tutto diversa l’interpretazione dell’avvocato Culicchia, il legale di Garraffa. Che mostra ai giornalisti la pagina 16 della sentenza di Cassazione, quella del 21 aprile 2010. Ecco che cosa si legge:
“Debbono considerarsi processualmente acquisiti, e preclusi a ulteriore discussione: l’attendibilità del Garraffa in ordine ai due episodi dell’incontro milanese con Dell’Utri e della visita mattutina in ospedale da parte di Virga e Buffa (Michele Buffa, nel frattempo deceduto, ndr) su sollecitazione riconducibile a Dell’Utri; il contenuto di tali due incontri nei termini riferiti dal Garraffa; la consapevolezza del Virga e del Buffa del ruolo che svolgevano in quell’incontro; l’ingiustizia del profitto nei termini in cui era concretamente perseguito da Publitalia e da Dell’Utri”.
Le motivazioni della sentenza di oggi, che saranno depositate da qui a novanta giorni salvo la pausa estiva, saranno da leggere con attenzione.