All’inizio, sbagliando, al giudizio ho applicato il pregiudizio.
Ho pensato al capriccio di un attore ormai famoso in ogni dove, Hugh Laurie, che volesse togliersi uno sfizio. Poi leggendo i nomi di chi partecipava al progetto qualche dubbio m’è venuto: Allen Toussaint, uno dei miei musicisti preferiti, Dr. John, altro grandissimo pianista, Irma Thomas, Tom Jones, autore lo scorso anno di un gran disco, e soprattutto la produzione affidata a Joe Henry, che negli ultimi anni si è dedicato tra gli altri ai dischi di Elvis Costello, Medeleine Peyroux, Mary Gauthier, Solomon Burke e poi una scelta di brani affascinanti, ma anche impegnativi.
Ne è uscito Let them talk, un disco vero, niente operazioni di marketing studiate a tavolino per fortuna. Un disco sognato per anni e con musicisti sempre ammirati. Hugh Laurie è cresciuto ascoltando questa musica, sognando New Orleans e resistendo ad andarci per non rovinare quell’immagine che si era creato. C’è andato la prima volta poche settimane fa, proprio per incidere il suo disco.
Ogni canzone è curata nei dettagli, nei suoni, con arrangiamenti dei fiati unici, scritti e diretti personalmente da Allen Toussaint.
Alla fine scopro che Hugh Laurie questa musica la sente e la suona per davvero e la musica e il blues sono l’aria quotidiana, tanto da essersi messo un pianoforte nella roulotte del set, durante le riprese di Dr. House. E quando non è impegnato in scena, è sempre lì a provare brani di Otis Spann, Memphis Slim e Jelly Roll Morton, il preferito.
Realizzazione tecnica: Cristiano Ghidotti di www.pianetarock.it