È l’ennesima esplosione della generazione precaria, che ancora una volta tiene insieme centri sociali e società civile in movimento, accomunati dalla condizione di precarietà ed esasperati dalla mancanza di democrazia rispetto alle decisioni prese dall’Europa. La rivolta del 14 dicembre scorso a Roma, le manifestazioni oceaniche in Portogallo, i continui scioperi generali in Grecia, il movimento contro i tagli in Gran Bretagna… l’onda non si ferma.
La Spagna ha subito la crisi in forma durissima, con un tasso di disoccupazione che supera il 20%, una precarietà dilagante che condiziona le vite delle generazioni più giovani, stipendi da 700 euro al mese e affitti alle stelle, e soprattutto un governo di centrosinistra che non è stato in grado di gestire la crisi se non sostenendo con valanghe di euro le banche in fallimento. Nulla per la gente, abbandonata a se stessa in un paese con un welfare indegno e senza prospettive di miglioramento.
Se le forme di protesta sono radicali, pacifiche e colorate (guardate qualche foto) ma determinate a non mollare, le richieste sono un mix di rivendicazioni sull’etica della politica, la democrazia diretta e la giustizia sociale: abolizione delle leggi ingiuste che perseguitano i migranti; abolizione della monarchia (eh sì, in Spagna c’è la monarchia); un fisco più giusto (per esempio l’Iva progressiva legata al reddito); l’abolizione dei vitalizi e delle pensioni ai politici; il salario minimo di 1.200 euro; il ritorno dei servizi privatizzati in mano pubblica; la nazionalizzazione delle banche salvate dal denaro dello Stato.
Oggi in tutta Italia (e in tutto il mondo!) ci saranno manifestazioni di sostegno a Puerta del Sol.
Non è chiaro dove arriverà questo movimento, ma è evidente ormai che lungo le coste del Mediterraneo si percepisce con forza la determinazione delle giovani generazioni. Non è dato sapere come e quando qualcosa di simile accadrà in Italia… Ma sicuramente questo momento non è così lontano. Per quanto concerne la disillusione nelle capacità della politica di affrontare i problemi della precarietà e l’ingiustizia economica di un sistema che salva le banche e affonda le persone, l’Italia non è molto diversa dagli altri paesi della sponda nord.
Per quel che riguarda le forme invece, ogni realtà sceglie le proprie: noi crediamo nello sciopero precario. Fra pochi mesi.
Nella foto, la protesta giovanile alla Puerta del Sol di Madrid il 18 maggio scorso. Per ingrandire clicca qui