Domenico Romeo era primo cittadino nel 2009, quando nell'attività del comune fu rilevato il condizionamento mafioso. Romeo non ha avuto alcun avviso di garanzia. Nella relazione prefettizia si legge di "frequentazioni con persone legate ai clan"
A Taurianova, Reggio Calabria, corre al ballottaggio il sindaco la cui giunta è stata sciolta per condizionamento mafioso. Di più: nelle liste si ricandidano i responsabili dello scioglimento. L’onorevole Angela Napoli attacca: “ Sarà un consiglio inquinato. Anche Brunetta ha fatto campagna elettorale per un politico più volte citato nella relazione prefettizia”. A Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, la storia si ripete. Collusioni e complicità, in un territorio dove lo stato fatica ad infiltrarsi. Il 29 e 30 maggio, infatti, dopo il primo turno, ci sarà il ballottaggio per decidere il nuovo primo cittadino. Uno dei candidati è Domenico Romeo, sostenuto dall’Udc e da altre liste di centrodestra. Romeo era primo cittadino nel 2009 quando il comune è stato sciolto per condizionamento mafioso. Il candidato sindaco non ha avuto nessun procedimento penale a carico e può tranquillamente ricandidarsi, ma nel dossier prefettizio venivano duramente censurate le scelte politiche e la composizione della sua giunta. “ Rapporti di parentela – si legge nel dossier prefettizio – personale e dei congiunti, e/o di frequentazione, sempre con persone appartenenti alla criminalità organizzata, o a loro vicine sono stati riscontrati relativamente al sindaco e ad un significativo numero di assessori e consiglieri (in particolare Coluccio Rocco e Sposato Francesco)”. Il primo oggi sostiene Romeo, mentre il secondo appoggia l’altro candidato a sindaco Giuseppe Rigoli. Nulla di penalmente rilevante, quindi. Ma, certamente, politicamente imbarazzante.
Lo scioglimento per infiltrazione mafiosa di un comune censura frequentazioni, rapporti, appalti a ditte contigue, elementi ben presenti nel caso Taurianova. Una misura di prevenzione antimafia che, troppe volte, fotografa una realtà già compromessa. Romeo aveva subito, prima delle dimissioni dei consiglieri (gennaio 2009) e del successivo scioglimento per mafia, anche diversi attentati intimidatori puntualmente denunciati. Una consiliatura segnata da compromissioni, minacce e ombre in linea di contiguità con le gestioni precedenti. Altro dato significativo presente nella relazione prefettizia è l’esito del ballottaggio del 2007. “Durante la campagna elettorale, infatti, il primo ( il futuro vicesindaco della giunta Romeo,ndr) prometteva vari favori, tutti concessi dopo le elezioni, a persona sottoposta alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, in cambio dell’influenza esercitata da quest’ultima sul corpo elettorale, che potrebbe anche giustificare il repentino spostamento di consensi elettorali tra il primo turno e quello di ballottaggio in favore del sindaco eletto”. Un altro particolare inquietante è la presenza nel consiglio comunale del 2009 di due soggetti, già protagonisti dello scioglimento (primo comune in Italia) per mafia del comune nel 1991. In particolare: “Il presidente del consiglio comunale e un assessore comunale, per altro esterno”. Quest’ultimo nuovamente ricandidato a sostegno di Romeo.
Dopo l’azzeramento del 2009 e la ricandidatura di Romeo nella tornata elettorale di questi giorni, il caso è finito anche in parlamento. Angela Napoli, in commissione parlamentare antimafia, ha rimarcato questa anomalia: “ Ci ritroviamo per esempio ad avere in ballottaggio nel mio comune di residenza il sindaco sciolto per ‘ndrangheta”. Ma Napoli, deputata del Fli, in prima linea contro la mafia calabrese, ricorda un altro episodio. “Mi sono ritrovata in questa campagna elettorale un ministro della Repubblica che ha votato prima lo scioglimento di Taurianova e poi ha supportato in particolare una persona che nella relazione di accesso veniva individuata tra i responsabili dello scioglimento”. Il riferimento, ci conferma Napoli, è al ministro Renato Brunetta che in un tour elettorale, la scorsa settimana, ha appoggiato la corsa di Rocco Biasi (Pdl) a consigliere provinciale di Reggio Calabria e a consigliere del comune di Taurianova. “Non solo – continua Napoli – Brunetta ha partecipato ad una iniziativa elettorale con Gaetano Rao(Pdl), candidato al consiglio provinciale di Reggio. Rao è parente della cosca Pesce (nipote del defunto boss Giuseppe) e zio del vicesindaco del comune di Rosarno, sciolto per infiltrazioni mafiose da questo governo di cui fa parte Brunetta”.
Restiamo a Taurianova. Per Biasi, sostenuto dal ministro antisprechi, nulla di penale, ma nella relazione del ministero dell’Interno viene più volte citato come responsabile dello scioglimento del comune reggino. Biasi è stato sindaco di Taurianova, dal 1997 al 2007. Per un breve periodo è stato anche eletto sindaco per la terza volta, contro la legge, rimosso dalla prefettura. Nella relazione di scioglimento del comune per mafia, firmata dal ministro Roberto Maroni, si leggeva: “ Va rilevato che la società in questione (una spa, della quale il comune deteneva una quota, che aveva come finalità lo sfruttamento di un pozzo di acqua oligominerale sito in un terreno di proprietà privata, ndr) è partecipata da altra società di cui è socio accomandante il sindaco ( Rocco Biasi, ndr) eletto nelle elezioni del 2001, vicino ad esponente di spicco di una cosca locale, e membro del collegio sindacale è l’ex vicesindaco”. Brunetta non avrà letto la relazione che ha ratificato in consiglio dei ministri. L’antimafia di governo è servita.