“Il problema dei conti pubblici è legato alla bassa crescita dell’economia. E su questo il governo non sta facendo nulla”. L’economista Tito Boeri commenta così la decisione di Standard & Poor’s di abbassare l’outlook dell’Italia da ‘stabile’ a ‘negativo’.
L’agenzia di rating parla di conseguenze negative da un possibile stallo politico. Può avere influito il risultato del primo turno delle amministrative?
La revisione dell’outlook è stata più che altro causata dall’uscita dei dati sul Pil relativi al primo trimestre del 2011. Dati assai deludenti. Il messaggio chiave è che senza crescita economica non siamo al riparo dai rischi.
Faremo la fine della Grecia?
No, siamo messi meglio. Al governo va dato il merito di avere tenuto stretti i cordoni della borsa, evitando sforamenti.
Basta questo?
Non basta. Siamo l’unico Paese dell’Ocse in cui il reddito pro capite non è cresciuto. Nonostante in Italia non ci sia stata la crisi del sistema bancario che ha colpito il Regno unito. E non ci sia stata la bolla immobiliare spagnola.
Perché da noi le cose vanno male?
Il motore non va più per ragioni strutturali. Il sistema dell’istruzione funziona male, c’è un collegamento difficile con il mondo del lavoro, con la conseguente esclusione di capitale umano. Ci sono problemi con la specializzazione produttiva e poca meritocrazia. Insomma, le cose che diciamo da anni.
Come venirne fuori?
Sono necessarie le riforme. Ma l’esecutivo, pur avendo avuto un maggioranza solida in entrambi i rami del Parlamento, non ha fatto nulla per rimuovere i problemi strutturali. Non ha trovato alcuna convergenza sulle riforme. E ora sta prendendo tempo fino alla fine della legislatura. Anche il Pnr (Programma nazionale di riforma, ndr) non fa ben sperare. Dentro non c’è nulla che possa stimolare la crescita economica. Io l’ho ribattezzato ‘Proprio nessuna riforma’.
Secondo Tremonti le valutazioni di Standard & Poor’s sono ben diverse da quelle delle principali organizzazioni internazionali.
Anche l’Ocse e il Fondo monetario internazionale negli ultimi rapporti hanno puntato il dito sulla bassa crescita del nostro Paese.
Il ministro dell’Economia dice che sono in avanzata fase di preparazione i provvedimenti mirati al raggiungimento del pareggio del bilancio per il 2014.
L’incombenza del pareggio di bilancio è lasciato ai posteri, visto che le misure per l’aggiustamento sono previste per il 2013, quando ci sarà un altro governo.