L’occupazione delle tv da parte del premier fa scoppiare la polemica anche in Viale Mazzini. Visto che per i suoi video messaggi mascherati da intervista Berlusconi ha scelto anche i tg di rai Uno e rai Due.
Il segretario del sindacato Usigrai Carlo Verna è duro: “Ieri il Tg1 è stato scandaloso, ma è apparso asservito a diktat, nonostante il tentativo di recupero almeno del pudore, pure il Tg2. Un tale stato di cose non può essere accettato”. Continua Verna: “Pur ritenendo che la via maestra sia un intervento del nuovo direttore generale Lorenza Lei, l’Usigrai difenderà il ritiro della firma di chi lo voglia in base alle norme contrattuali nel momento in cui i direttori dovessero proporre nei giornali scalette che violano la legge”. Un gesto estremo, quello di ritirare la firma dai servizi del Tg1, a cui sono già arrivati nei giorni scorsi i montatori della sede milanese della Rai.
Secondo il presidente della Rai, Paolo Garimberti, “un conto è dare una notizia, e il primo commento del presidente del Consiglio ai risultati delle amministrative certamente lo era. Altro discorso è consentire che questa notizia diventi poi una sorta di comizio, per giunta senza un’adeguata compensazione con opinioni di altri candidati. Questo nessun giornalista dovrebbe mai permetterlo, meno che mai i giornalisti del servizio pubblico”.
A difesa dei giornalisti del servizio pubblico interviene il consigliere di maggioranza Rai Antonio Verro: ”Ho fiducia in loro – dice -. Non è da una singola intervista che si giudica la par condicio dei tg”. Tuttavia, secondo Verro, sono state fatte critiche “precipitose a seguito dell’intervista a Berlusconi, basate esclusivamente su pregiudizi politici”. Ma al Tg1 ormai è guerra aperta sulle scelte di Augusto Minzolini. Il video di Berlusconi è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo giorni di servizi con taglio anti sinistra e anti Pisapia. Il comitato di redazione è spaccato, da una parte Simona Sala e Alessio Rocchi, dall’altra Attilio Romita, che è su posizioni filo minzoliniane.
Sul fronte sindacale poi, Fnsi e Usigrai hanno convocato per lunedì, alle ore 17, un sit-in in viale Mazzini davanti alla sede della Rai. In una nota congiunta i due sindacati sottolinenano che “non è accettabile l’uso padronale del servizio pubblico che il presidente del Consiglio sta facendo in queste ore”.