Ai due magistrati è dedicato il convegno “Giovanni e Paolo, due italiani” cui partecipano i ministri Alfano, Maroni, Gelmini e Prestigiacomo. Sulla “Giovanni” ha viaggiato anche il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso: “Anche se ci sono tentativi di delegittimazione – ha detto appena arrivato a Palermo – noi dobbiamo rispondere con i fatti e il nostro lavoro. E questo non ci turba e non ci deve turbare più di tanto. Non dobbiamo accettare la rissa e continuare a fare il nostro dovere come vogliono i cittadini e come abbiamo sempre fatto”. Sulla “Paolo” c’era tra gli altri don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che durante la navigazione ha animato incontri con i giovani sui temi della lotta contro la mafia.
Sulla banchina, delegazioni delle 160 scuole di Palermo e Provincia che si sono impegnate nell’organizzazione della giornata. “Il silenzio è la forza del mostro”, “La mafia ruba il futuro” e “La libertà non paga il pizzo” gli slogan su tre grandi striscioni. Presente anche Maria Falcone, sorella del magistrato e presidente della Fondazione a lui intitolata: “Dopo la morte di Giovanni Falcone e della scorta nel 1992 il loro ricordo rivive in centinaia di giovani e di ragazzi che allora non erano neanche nati. Eppure hanno una memoria della loro storia che forse noi adulti, in parte, abbiamo dimenticato”, ha detto Maria Falcone. Ai giornalisti che le chiedevano degli attacchi rivolti contro la magistratura, Maria Falcone ha risposto: “”Per me non è una novità. Giovanni fu il magistrato ad essere attaccato”.
Quest’anno alle iniziative per ricordare Falcone, che si inseriscono anche nelle iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia, intervengono anche per la prima volta studenti europei nell’ambito del progetto “Europa per i cittadini”, finanziato anche dalla Regione siciliana. Sono giovani provenienti da Estonia, Olanda, Albania, Bulgaria, Lituania, Macedonia, Grecia, Spagna, Ungheria, Romania, Francia, Austria, Serbia, Croazia.
Per la commemorazione, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha inviato un telegramma al Prefetto di Palermo per ricordare le vittime dell’attentato, il giudice Falcone, la moglie Francesca, gli uomini della scorta. Nel testo il premier ricorda la figura del giudice Falcone, “divenuto uno dei simboli della lotta alla criminalità organizzata nel nostro Paese. Resterà sempre nei nostri cuori”.
E intanto è in corso nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo il convegno “Giovanni e Paolo, due italiani” (Leggi l’articolo) promosso dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone cui hanno partecipato anche quattro ministri: Angelino Alfano (Giustizia) e Stefania Prestigiacomo (Ambiente), Mariastella Gelmini (Istruzione) e Roberto Maroni (Interni).
Il programma è proseguito a fine mattinata a Capaci dove il ministro dell’Interno deporrà una corona di fiori per le vittime della strage mafiosa. Subito dopo Maroni incontra i familiari delle vittime delle stragi alla Caserma Lungaro e poi va in via D’Amelio per commemorare le vittime della strage nella quale morirono Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Alle 15 nella sede di Confindustria il ministro dell’Interno firmerà il Protocollo della legalità tra Regione, Confindustria e prefetture.
E stamani gli spazi e i padiglioni dell’Ente Fiera del Mediterraneo sono stati messi a disposizione della commemorazione, per ospitare altre iniziative che erano previste nel parco della Favorita: lo spostamento è dovuto al rischio di pioggia.
Alle 16 partirà un corteo in ricordo delle vittime della strage di Capaci dall’aula Bunker dell’Ucciardone che raggiungerà l’albero Falcone ovvero il ficus dinanzi al portone del palazzo dove abitava Giovanni Falcone e divenuto un simbolo della lotta alla mafia. Alle 18,30 celebrazione della Messa in memoria delle vittime della mafia al Centro educativo ignaziano. Le navi della legalità ripartiranno da Palermo alle 20.