“Un vespasiano post-moderno”. “Un obbrobrio”. “Una brutta matriosca”. “Un orrore senza eguali”. “Diventerà una piccola discarica in bronzo”. Leggendo le reazioni sulla rete e chiedendo ai romani che ci passano vicino, non si può dire che la gigantesca statua di Giovanni Paolo II, inaugurata dinanzi alla Stazione Termini di Roma dal sindaco Gianni Alemanno lo scorso 18 maggio, abbia riscosso successo. L’opera, che come si vede dalla foto, voleva rappresentare il papa polacco nel gesto di nascondere col suo mantello un bambino, risulta la classica ciambella riuscita senza buco, se non fosse che la statua in effetti un buco ce l’ha: enorme e inquietante.
E leggendo la biografia del suo scultore, Oliviero Rainaldi, che nel suo sito provvede addirittura una “biografia ecclesiastica” in cui elenca punto per punto il suo cursus honorum all’interno delle varie commissioni ecclesiastiche che si sono privilegiate del suo apporto, tocca anche escludere la volontà camp, il graffio ironico d’artista che, magari non in sintonia con le discutibilissime gesta e parole di papa Giovanni Paolo II, ma non volendo rinunciare all’incarico, avrebbe potuto voler offrire alla Giunta Comunale che gliel’ha commissionata una statua volontariamente brutta. Un’opera d’arte anti-estetica, respingente, proprio a sottolineare le profonde contraddizioni di un pontefice amato dalla maggioranza dei cattolici, ma anche definito dal teologo Hans Küng “un papa che ha fallito”, colpevole di “aver cancellato con le sue idee di fede e di morale il Concilio Vaticano II” e visto negativamente da larghe fette dell’opinione pubblica mondiale sin dai tempi della sua visita ufficiale a Pinochet all’indomani del golpe militare in Cile, alla sua lotta contro la diffusione del profilattico nell’Africa devastato dall’Aids degli anni Ottanta e Novanta, fino alle sue posizioni oltranziste e per nulla ecumeniche nei riguardi delle persone eterosessuali non sposate, oppure omosessuali, bisessuali e transgender. No, niente di tutto ciò, Rainaldi non voleva offrire una sottile critica intellettuale fornendo ad Alemanno e alla città di Roma questo – Derrida non ce ne voglia – derridiano cilindro di bronzo concavo di cinque metri d’altezza, patinato d’argento e con in cima avvitata una sorta di piccola capoccetta vagamente mussoliniana, inclinata da un lato quasi a dire “scostatevi da sotto che mo’ capitolo”, o Campidoglio.
Eppure, il futuro orinatoio di bronzo alto cinque metri, che secondo un sondaggio di Repubblica non incontra il favore del 90% dei partecipanti, piace molto al sindaco Alemanno. Il primo cittadino del Pdl ha incassato con nonchalance la valanga di critiche, non ultima quella dell’Osservatore Romano, il giornale del Vaticano, secondo il quale “la statua pecca di scarsa riconoscibilità e sembra un enorme monumento indistinto più che un omaggio a Giovanni Paolo II”. Una pena che il delicato senso estetico di Alemanno non sia condiviso nemmeno all’interno del suo stesso partito: il consigliere Pdl e membro della commissione urbanistica di Roma Capitale, Andrea De Priamo, ha infatti definito la statuaccia come “uno dei peggiori esempi di arte contemporanea innestati nel centro storico della Capitale”. A De Priamo si è unito il presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone, che ha promosso, a statua fatta e inaugurata, “un concorso di artisti per una nuova stata dedicata a papa Wojtyla, valutando una collocazione alternativa dell’opera ora presente davanti la Stazione Termini”. Quando si dice il tempismo.
Dal Campidoglio cercano di ribattere alle polemiche sostenendo che “in numerose occasioni sia da parte della Pontificia commissione per i beni culturali, sia dal Pontificium Consilium de cultura, sia dal Mibac che dalle sovraintendenze, sono arrivati nei mesi scorsi numerosi attestati di plauso e di apprezzamento del bozzetto presentato”. Come a dire: noi ve l’avevamo detto che era una roba inguardabile, ma voi muti.
A mio avviso, non credo che la statua di nessun pontefice dovrebbe diventare il simbolo della stazione Termini, già inopinatamente ribattezzata “Giovanni Paolo II” come se Woitijla avesse inventato il treno o come se Roma fosse ancora la capitale dello Stato della Chiesa. Roma è stata anche la caput mundi pagana d’epoca imperiale, la città nella cui storia la componente laica e anti-papalina ha sempre avuto un peso molto rilevante, dai tempi della Repubblica Romana alla Breccia di Porta Pia, all’unificazione risorgimentale nel Regno anti-papalino dei Savoia. Al di là della bruttezza della statuaccia, è proprio il concetto storico-filosofico a essere sbagliato, caro sindaco Alemanno.
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Sciltian Gastaldi
Scrittore e giornalista
Società - 23 Maggio 2011
Dopo il Palazzaccio, Roma ora ha la statuaccia
E leggendo la biografia del suo scultore, Oliviero Rainaldi, che nel suo sito provvede addirittura una “biografia ecclesiastica” in cui elenca punto per punto il suo cursus honorum all’interno delle varie commissioni ecclesiastiche che si sono privilegiate del suo apporto, tocca anche escludere la volontà camp, il graffio ironico d’artista che, magari non in sintonia con le discutibilissime gesta e parole di papa Giovanni Paolo II, ma non volendo rinunciare all’incarico, avrebbe potuto voler offrire alla Giunta Comunale che gliel’ha commissionata una statua volontariamente brutta. Un’opera d’arte anti-estetica, respingente, proprio a sottolineare le profonde contraddizioni di un pontefice amato dalla maggioranza dei cattolici, ma anche definito dal teologo Hans Küng “un papa che ha fallito”, colpevole di “aver cancellato con le sue idee di fede e di morale il Concilio Vaticano II” e visto negativamente da larghe fette dell’opinione pubblica mondiale sin dai tempi della sua visita ufficiale a Pinochet all’indomani del golpe militare in Cile, alla sua lotta contro la diffusione del profilattico nell’Africa devastato dall’Aids degli anni Ottanta e Novanta, fino alle sue posizioni oltranziste e per nulla ecumeniche nei riguardi delle persone eterosessuali non sposate, oppure omosessuali, bisessuali e transgender. No, niente di tutto ciò, Rainaldi non voleva offrire una sottile critica intellettuale fornendo ad Alemanno e alla città di Roma questo – Derrida non ce ne voglia – derridiano cilindro di bronzo concavo di cinque metri d’altezza, patinato d’argento e con in cima avvitata una sorta di piccola capoccetta vagamente mussoliniana, inclinata da un lato quasi a dire “scostatevi da sotto che mo’ capitolo”, o Campidoglio.
Eppure, il futuro orinatoio di bronzo alto cinque metri, che secondo un sondaggio di Repubblica non incontra il favore del 90% dei partecipanti, piace molto al sindaco Alemanno. Il primo cittadino del Pdl ha incassato con nonchalance la valanga di critiche, non ultima quella dell’Osservatore Romano, il giornale del Vaticano, secondo il quale “la statua pecca di scarsa riconoscibilità e sembra un enorme monumento indistinto più che un omaggio a Giovanni Paolo II”. Una pena che il delicato senso estetico di Alemanno non sia condiviso nemmeno all’interno del suo stesso partito: il consigliere Pdl e membro della commissione urbanistica di Roma Capitale, Andrea De Priamo, ha infatti definito la statuaccia come “uno dei peggiori esempi di arte contemporanea innestati nel centro storico della Capitale”. A De Priamo si è unito il presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone, che ha promosso, a statua fatta e inaugurata, “un concorso di artisti per una nuova stata dedicata a papa Wojtyla, valutando una collocazione alternativa dell’opera ora presente davanti la Stazione Termini”. Quando si dice il tempismo.
Dal Campidoglio cercano di ribattere alle polemiche sostenendo che “in numerose occasioni sia da parte della Pontificia commissione per i beni culturali, sia dal Pontificium Consilium de cultura, sia dal Mibac che dalle sovraintendenze, sono arrivati nei mesi scorsi numerosi attestati di plauso e di apprezzamento del bozzetto presentato”. Come a dire: noi ve l’avevamo detto che era una roba inguardabile, ma voi muti.
A mio avviso, non credo che la statua di nessun pontefice dovrebbe diventare il simbolo della stazione Termini, già inopinatamente ribattezzata “Giovanni Paolo II” come se Woitijla avesse inventato il treno o come se Roma fosse ancora la capitale dello Stato della Chiesa. Roma è stata anche la caput mundi pagana d’epoca imperiale, la città nella cui storia la componente laica e anti-papalina ha sempre avuto un peso molto rilevante, dai tempi della Repubblica Romana alla Breccia di Porta Pia, all’unificazione risorgimentale nel Regno anti-papalino dei Savoia. Al di là della bruttezza della statuaccia, è proprio il concetto storico-filosofico a essere sbagliato, caro sindaco Alemanno.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.