Il gruppo che fa capo all'ex presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, va all'attacco della maggioranza in vista dei ballottaggi. In un editoriale pubblicato sul proprio sito. Tra il condono delle multe di Milano e lo stop all'abbattimento delle case abusive a Napoli, dall'associazione si chiedono: "Dov'è finita la tradizione di legge e ordine?"
Già nel primo turno, secondo l’associazione, era evidente l’insofferenza dei moderati “nei confronti della retorica dell’estremismo a cui si erano dedicati Berlusconi e i suoi alleati”. La campagna elettorale per i ballottaggi di Milano e Napoli ha portato a una “occupazione” da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di “tutti i media televisivi usando toni ed espressioni che mal si conciliano con il suo ruolo istituzionale”. “Così come hanno fatto i numerosi esponenti del governo che hanno paventato fantomatiche invasioni di gay, spacciatori, musulmani e zingari”, continuano sul blog, riferendosi alle accuse rivolte dalla maggioranza al candidato di centrosinistra a Milano, Giuliano Pisapia. La proposta della Lega di decentramento ministeriale viene poi definita “geniale”, con evidente ironia, dall’associazione presieduta da Montezemolo. “Se tradotta in pratica, significherebbe più spesa pubblica e meno efficienza amministrativa”, attaccano dal documento.
Da Italiafutura si bocciano tutte le iniziative della maggioranza messe in campo per conquistare l’elettorato. Dal condono delle multe per l’Ecopass annunciato a Milano dal sindaco Letizia Moratti, allo stop agli abbattimenti degli immobili abusivi a Napoli promesso dal premier. “Provvedimenti che mal si conciliano con la tradizione del centrodestra”, richiama l’associazione dell’ex presidente di Confindustria. “Dov’è finito il richiamo a legge ed ordine?”, ci si chiede sul sito. Il Pdl è passato “dalla rivoluzione liberale al neostatalismo elettorale”, “offrendo mance elettorali sotto forma di nuovi posti pubblici”. E non ha saputo approfittare, si aggiunge nell’editoriale, dello “spostamento a sinistra del Pd” né della “evanescenza del Terzo polo che, decidendo di non scegliere, ha rinunciato persino a fare l’ago della bilancia”.