Secondo l'accusa sarebbe passato dai varchi Ztl in centro con la sua Porsche e poi avrebbe fatto ricorso perché avrebbe avuto sul suo bolide una dipendente della società che è invalida e ha un regolare permesso. Ma così pare proprio che non fosse. E alla fine il giocatore simbolo, premiato anche col Nettuno d'Oro, riconoscimento per chi dà lustro alla città, finisce nei guai per non aver voluto pagare ammende ampiamente alla sua portata
Sentita come persona informata dei fatti dal procuratore aggiunto, Valter Giovannini, titolare dell’inchiesta, aveva detto di averlo fatto perché i calciatori più di una volta l’avevano accompagnata in centro per sbrigare delle commissioni. Aveva però anche detto che tra chi l’accompagnava non c’era Di Vaio che di fatto aveva confermato la versione al magistrato.
Dal controllo dei ricorsi per chiedere l’annullamento delle multe è però venuto fuori che Di Vaio aveva presentato ricorso, e l’aveva vinto, dicendo proprio che i 45 transiti multati erano dovuti alla necessità di accompagnare la dipendente disabile della società calcistica. Una evidente contraddizione che è costata ai due l’iscrizione nel registro degli indagati. L’attaccante era titolare di una residenza temporanea in centro che gli era scaduta e non aveva rinnovato e nel frattempo aveva acquistato il Porsche la cui targa non era stata ancora associata al pass invalidi della Molinari. Da qui le multe che gli sono state comminate tra ottobre e dicembre del 2010 che lui ha contestato nel gennaio di quest’anno. A Di Vaio nei giorni scorsi l’amministrazione comunale aveva assegnato il prestigioso Nettuno d’oro, il premio assegnato a chi dà lustro alla città.
E dopo che il suo nome era finito nell’inchiesta sull’uso improprio dei pass aveva restituito il riconoscimento con l’accordo di ritirarlo nuovamente non appena sarebbe stata riconosciuta la sua assoluta buona fede.
L’inchiesta sull’uso improprio dei pass per disabili è partita dopo che era stata fermata una donna che aveva un tagliando che poi si scoprì che aveva comprato per 250 euro da un dipendente della cooperativa che ha in appalto la procedura di rilascio per conto di Atc, l’azienda di trasporto pubblico. E come lei anche un’altra persona aveva fatto quell’acquisto. E per questo sono indagate quattro persone: i due automobilisti “pizzicati” con i falsi pass, il dipendente della cooperativa che li ha venduti e una dipendente di Atc che potendo accedere al sistema dei pass si era intestata alcuni permessi temporanei per accedere in centro. I permessi auto per handicap a Bologna sono 9.000 e ad ognuno possono essere associate fino a 10 targhe.