"Hanno offeso la nostra onorabilità, vogliamo un risarcimento". Così la comunità di Galeata (2500 abitanti, il 20 per cento immigrati) si ribella al Carroccio romagnolo: "Le scuole restano aperte perché sono arrivati i nostri figli, paghiamo le tasse, l'assicurazione dell'auto, lavoriamo. E provocazioni violente non ne vogliamo più". E gli esponenti del Carroccio che fanno? Danno la colpa alla sinistra e rincarano la dose: "Se hanno i soldi per gli avvocati si paghino anche il loro centro culturale"
Ad esacerbare gli animi è stato un volantino apparso nei giorni scorsi per le vie del paese dal titolo “Aquè…u’iè caidoun cu sraza”, che tradotto significa: “Qui c’è qualcuno che non rispetta le regole”, a firma della Lega Nord Romagna.
Dopo aver ribattuto con un “contro-volantino” intitolato “Galeata unita contro tutti i razzismi”, gli islamici han deciso di passare ai fatti, avvalendosi della legge.
Galeata è un piccolo paese del forlivese, di sole 2500 anime, di cui il 20% immigrati, la percentuale più alta della regione. Tutto parte da una regolare richiesta presentata al Comune dall’associazione “Per l’integrazione” per trasformare l’edificio in via Don Giulio Facibene di proprietà della Postelegrafonica da attività commerciale a centro culturale, ossia un luogo di riunione per la comunità.
L’ipotesi però non piace a i militanti e politici della Lega che subito si attivano con un documento: “Se la comunità ha i soldi per pagarsi la moschea perché non comprano libri di scuola per i loro figli e, perché, se c’è da sborsare un centesimo, non li fanno partecipare ad attività scolastiche, gite, uscite, compleanni dei loro compagni, perché spesso non pagano le utenze di acqua, luce, gas, affitto, bollo, assicurazione”.
Altrettanto pronta la risposta degli islamici : “Sono affermazioni false, ingiuriose e diffamatorie. Circa 40 persone offrono i loro risparmi per pagare l’affitto mensile della sede. Tutti i nostri associati sono onesti lavoratori con famiglie che da 16 anni hanno contribuito e stanno contribuendo a far crescere l’economia di tutta la Val Bidente. Gestiamo attività commerciali, paghiamo regolarmente le bollette e tutti usiamo la macchina con l’assicurazione valida. E molte scuole, se non fossero arrivati i nostri figli, avrebbero chiuso”.
Ora sarà la legge a decidere chi ha ragione o meno. Certo la diatriba è l’esito di uno “scontro” che ha origini precedenti ai volantini apparsi in questi giorni, benché l’oggetto del contendere sia il medesimo. Già nelle scorse settimane, infatti, il segretario provinciale della Lega Nord di Forlì, Jacopo Morrone, aveva ribadito il proprio fermo e deciso no alla moschea, etichettando la possibile concessione di un locale a Galeata a uso religioso come un “teatrino della sinistra”.
“La richiesta di apertura di una moschea a Galeata – sono state le parole di Morrone – è l’ennesimo teatrino della sinistra, che riversa in un profondo stato confusionale”. La dura reazione dell’esponente del Carroccio trova la sua genesi ancora una volta in un volantino, diffuso in Val Bidente dal Partito Democratico sulla possibile concessione del locale di via don Giulio Facibeni, per la realizzazione di un centro culturale islamico.
“Da una parte il Partito democratico – ha affermato caustico il politico leghista – nella continua ricerca di rafforzare il proprio consenso elettorale strizzando l’occhiolino ai delusi della sinistra, chiede a viva voce la concessione di spazi per la realizzazione di un centro culturale islamico. Dall’altra, invece, l’amministrazione comunale, paventando un buon governo della città, comunica con il proprio direttivo territoriale solamente attraverso volantini, cercando di dissimulare i profondi contrasti e battibecchi interni al partito, ormai privo di un dialogo interno e altrettanto spaccato sulle politiche del territorio”.
Facendosi portavoce dei propri elettori, Morrone punta il dito contro la giunta di Elisa Deo, colpevole – a parere del leghista – di navigare nelle acque tormentate della divisione interna e indecisa sul da farsi circa la presenza di una moschea, evidentemente non gradita ai “fedeli” di Morrone.
“La sinistra ed i suoi referenti nell’amministrazione galeatese – dice Morrone – devono dichiarare apertamente che a Galeata vogliono una moschea. La Lega nord, invece, da sempre si è espressa contro l’apertura di centri culturali islamici ed, in linea con le posizioni assunte in merito da anni, ribadisce a viva voce il proprio no alla moschea. No ad una moschea che il Pd chiede venga autorizzata chiudendo un occhio sulle concessioni edilizie e poi realizzata trovando una corsia preferenziale nei cambi di destinazione d’uso”.