Il ministro dell'Internop a Parma per illustrare le nuove norme dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionali dei sindaci sceriffo. Ma da Padova a Piacenza sono le assenze che pesano. Molto più delle promesse del Viminale
Maroni quindi ci riprova e, nonostante sostenga di rispettare la sentenza della Consulta, dice di voler dare “più potere ai sindaci visto che la sentenza è argomentata su questioni di principio e non tiene conto delle particolarità dei territori sul principio del federalismo”.
Il decreto legge, che verrà trasmesso ai Comuni ai primi di giugno, conterrà quindi quattro dispositivi: ordinanza in materia di sicurezza urbana, riforma della Polizia locale, norme contro l’accattonaggio e antiprostituzione.
Sicurezza urbana. “Vogliamo dare ai sindaci più potere per dare loro la possibilità di fare il proprio dovere” precisa il titolare del Viminale che non vuole “tornare indietro al tempo in cui il sindaco di una città non poteva fare niente contro il degrado urbano”. E’ in questa filosofia che si inserisce il primo dei quattro tasselli del nuovo provvedimento in materia di sicurezza urbana con la possibilità per i primi cittadini di emanare ordinanze urgenti. “E’ incostituzionale che in un Comune vi siano divieti e in altri no?” domanda Maroni, che ha pronta la risposta. “Ogni Comune ha esigenze diverse e l’ordinanza è uno strumento per il sindaco di maggiore controllo del territorio”.
Polizia locale. Il ministro assicura i sindaci di voler mettere mano anche alla riforma della Polizia locale, tanto auspicata a destra come a sinistra, visto che le proposte di legge sono arenate da più di 10 anni in Parlamento. “Faremo un provvedimento in questo senso- continua Maroni- e anche in tema di dotazioni della Polizia locale perché è giusto dare le stesse attribuzioni delle altre forze dell’ordine anche alla Municipale”.
Accattonaggio. Il tema dell’accattonaggio, su stessa ammissione di Maroni, “è molto delicato perché interseca questioni di sicurezza urbana e politiche sociali”. Questo punto del nuovo decreto legge dovrà quindi passare diverse mediazione ma, assicura il ministro, “troveremo una soluzione”.
Prostituzione. Attualmente in Parlamento sono depositate 24 proposte di legge antiprostituzione, da quella che la rende reato, “una cosa che non mi trova d’accordo” sostiene Maroni, sino a quella più ‘europeista‘ di regolamentare la prostituzione in edifici privati. “In questo range – prosegue il titolare del Viminale – troveremo una soluzione per affrontare e risolvere il problema della prostituzione in strada”.
Insomma, a poco più di un mese dalla bocciatura del precedente provvedimento, il ministro tenta ancora la strada del decreto urgente per la sicurezza urbana nonostante 10 sindaci capitanati da Padova e Piacenza – che oggi hanno dato forfait – chiedano un ravvedimento a Maroni riportando la discussione in sede di Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) e non “per fini propagandistici” a Parma.
“Queste defezioni – ammonisce Maroni – sono immotivate e questi 10 sindaci si sono sottratti al confronto per ordine di scuderia, sbagliando. Per quanto mi riguarda è un atteggiamento infantile e chi dice no per pregiudizio politico fa solo danno ai propri cittadini”.