Riti propiziatori in tutta la città: i fedeli chiedono a Sant’Ambrogio di intercedere perché i dirigenti del Pd non si sparino sui piedi come al solito – Vanno a ruba i tappi per le orecchie: un sicuro rimedio alle dichiarazioni di Violante – La ricetta del Pd per vincere le elezioni: prima bisogna perdere le primarie
Alessandro Robecchi
Milano – A una settimana dal ballottaggio, la popolosa città di Milano è pervasa da una straordinaria ondata di religiosità popolare come non si vedeva dalla peste del ‘600.Ogni giorno si svolgono processioni, riunioni di preghiera, cerimonie propiziatorie, funzioni sacre. I democratici milanesi dialogano ormai apertamente con il Signore, i Santi, i Martiri e i Padri della Chiesa. Le loro preghiere chiedono prosperità, salute, Pisapia sindaco, un infarto per La Russa e, soprattutto, che Veltroni e D’Alema non rovinino tutto con qualche puttanata delle loro.
Una lunghissima processione ha percorso ieri il centro della città, arrivando fino al Duomo tra canti e giaculatorie. La folla in estasi mistica salmodiava: “O madonna del Diadema / fai tacere un po’ D’Alema”. E pure: “O Signor che al bene sproni / fai star zitto anche Veltroni”. Centinaia di ceri sono stati accesi sul sagrato e una lunga veglia di preghiera si è protratta fino alla mattina, tra canti di rara intensità, tra cui l’inno amatissimo “O candela tremolante / rendi afono Violante”. I democratici milanesi si affidano anche all’animismo e al Voodoo. Nel furore mistico si è purtroppo verificato qualche incidente: tra la folla si è diffusa la notizia che un sosia di Nicola Latorre fosse stato sacrificato in un rito scaramantico. Raccapriccio, sulle prime. Poi, un enorme sospiro di sollievo quando si è appurato che la vittima era veramente Nicola Latorre, sorpreso nell’atto di passare un pizzino alla Moratti.
Gran parte dell’elettorato di Pisapia ha mantenuto però il suo spirito laico e pragmatico. “La paura del solito autogol dei nostri dirigenti può spingere verso l’irrazionale – dice il segretario di una sezione del Pd – ma noi preferiamo restare con i piedi per terra. Abbiamo offerto a D’Alema e Veltroni una crociera nel Borneo, a patto che tornino solo dopo il ballottaggio e non spediscano lettere o telegrammi. In caso contrario li imbavaglieremo fino a domenica”.
Aumentano intanto i gruppi survivalisti. Sono militanti che predicano il digiuno e l’ascesi: non usciranno di casa, non accenderanno radio e tivù fino a domenica prossima. “Preferiamo una vita da eremiti – dicono – a un’intervista della Melandri che probabilmente ci sarebbe fatale”. Molti democratici milanesi si sono convertiti repentinamente per implorare silenzio ai dirigenti del Pd. “In famiglia – dice un precario della scuola – siamo diventati Avventisti del Settimo Giorno, ma niente paura: se l’Ottavo giorno avremo Pisapia sindaco la smetteremo con queste cazzate e faremo una festa enorme”.