La triste parabola del Cavaliere. Da sempre invocato a sostegno di tutti i candidati di centrodestra ad ogni tipo di elezione ed oggi tenuto fisicamente lontano da Moratti e Lettieri impegnati nei prossimi ballottaggi per i Comuni di Milano e di Napoli.
Mida non abita più qui
Per anni l’han chiamato dappertutto,
l’hanno voluto tutti i candidati
per poi raccogliere nei seggi il frutto
dei suoi comizi tanto appassionati.
Bagni di folla, cori di plaudenti,
sventolar di vessilli, braccia al cielo,
codazzi di lacché, donne frementi,
attivisti entusiasti e pien di zelo,
“Silvio, ci manchi…!” urlato a squarciagola,
“Brigate rosse fuor dai tribunali!”,
“Fini maial!” gridati dai pistola,
con cori di invettive criminali.
Mamme e papà che gli offrono le figlie,
incinte che si fan toccar la pancia,
di italici pirlon belle famiglie,
nonnette da buffetto sulla guancia.
Con il successo al voto garantito
era il Berlusca meglio di re Mida,
facendo d’oro il fesso del partito
che, grazie a lui, trionfava in ogni sfida.
Era così. Adesso non lo è più:
la gente all’improvviso si è svegliata
e, con l’abisso giunta a tu per tu,
puntando i piedi, ha dato una frenata.
Il premier non è più un valore aggiunto,
vicino averlo è il bacio della morte,
ai comizi nessun più vuole l’Unto
che del Comun gli chiuderà le porte.
A Napoli Lettieri non lo vuole,
né lo vuole a Milano la sua cocca.
Ormai trasforma, è chiaro come il sole,
non in oro ma in m… quel che tocca.