“Si è creato un caso sul nulla. E di certo non intendiamo fare un favore a Letizia Moratti ma dimostrare che siamo cittadini normali, in questo clima di odio forse sarebbe utile rassicurare i milanesi piuttosto che lasciare che questa destra becera ci dipinga come una sorta di criminali e terroristi”. Davide Piccardo più che stupito è “seccato” dalle polemiche che lo hanno investito nel pomeriggio. Il comitato Musulmani per Pisapia, che il 29enne Piccardo guida, aveva organizzato per domani un volantinaggio in centro ma è stato immediatamente rilanciato dal sito de Il Giornale come “una marcia sul Duomo”. In realtà, spiega Piccardo, “era soltanto un volantinaggio, una passeggiata da San Babila fino a piazza Castello”. Era, perché l’iniziativa è stata cancellata nel giro di pochi minuti. “Con il comitato di Pisapia abbiamo deciso di annullarla, troppo alto il rischio di strumentalizzazione”. Pensarci prima? “Ripeto, era davvero una iniziativa innocua”. Lo staff del candidato sindaco del centrosinistra ha subito preso le distanze. “Un’iniziativa che non ci risulta”, afferma Maurizio Baruffi, portavoce di Giuliano Pisapia. “Abbiamo anche chiesto alla questura, ci hanno confermato che non è stata chiesta alcuna autorizzazione”.
Piccardo non fa una piega. “Era un volantinaggio, mica serve l’autorizzazione. Questa è la conferma che hanno montato il caso sul nulla”. Candidato al consiglio comunale, vendoliano, Davide Piccardo non è nuovo all’attenzione dei giornali. Lo scorso due maggio ha contestato Silvio Berlusconi davanti al tribunale di Milano dove era in corso l’udienza del processo Mediatrade. “Sono stato aggredito dai sostenitori del premier, poi è arrivata la polizia che mi ha allontanato per identificarmi”. Davide Piccardo è il primogenito dei cinque fili di Hamza Piccardo, dirigente dell’Ucoii (’Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia). Nato a Imperia vive a Milano dove si sta laureando in Scienze Politiche. E anche questo, al momento, potrebbe essere un argomento di facile strumentalizzazione perché sta preparando una tesi sui luoghi di culto a Milano. Insomma, sembra fatto a posta. E’ un provocatore? Lui sorride. “Fino a pochi giorni fa era tutto normale”, risponde. “Poi hanno cominciato ad attaccare Pisapia su questa storia assurda delle moschee, a diffondere il panico. Ma non possiamo mica vivere nella paura e nasconderci”.
E racconta che “il comitato Musulmani è nato mesi fa, abbiamo già organizzato numerose iniziative e quella prevista per domani era soltanto un volantinaggio; una passeggiata da San Babila fino a piazza Castello con l’intento di mostrarci per quel che siamo: ragazzi, nati in Italia, laureati, professionisti, cittadini normali insomma. E in questo periodo di caccia all’islamico ci sembrava il modo giusto per far capire, vedendoci, che di noi non c’è nulla di cui aver paura”. Ma allora perché organizzare una iniziativa simile? Non vi è venuto in mente di fare un favore a Moratti e al centrodestra? L’ha persino annunciata alle agenzie: “Invito tutti a venire vestiti con qualcosa di arancione che può essere una maglietta, ma anche un hijab (velo islamico, ndr). Cammineremo fino al Castello Sforzesco volantinando e convincendo le persone a dare fiducia al cambiamento”. Queste sono parole sue, giusto? “Certo, ma ripeto: avremo fatto forse un errore di leggerezza, abbiamo agito in buona fede e siamo stati strumentalizzati. Per questo abbiamo preferito cancellare subito l’iniziativa. Anche perché c’è il rischio di provocazioni”. Ripeto: era immaginabile, prevedibile, scontato, non trova? “Musulmani non è una parolaccia. Noi stiamo cercando di fare una battaglia culturale, non possiamo nasconderci. Per cosa poi? Ci descrivono come se fossimo chissà quali criminali, siamo cittadini italiani”. Certo ma, come dice lei, con il clima che si respira a Milano, una iniziativa del genere gioca più a favore di Letizia Moratti e non di Giuliano Pisapia. Non trova? “Bé, per come la vediamo noi no, di certo”. Sa che probabilmente qualcuno la ribattezzerà il Roberto Lassini del centrosinistra? “Ma no”. Pisapia non l’ha presa bene. “Non lo so, non l’ho sentito, ho parlato con il comitato, abbiamo deciso insieme”.