Da Palazzo Chigi Silvio Berlusconi ha attaccato Luigi De Magistris definendolo “un pm d’assalto attorno al quale si stanno raccogliendo le frange della sinistra più estrema e dei centri sociali”.
Da Napoli, il suo candidato a sindaco in quota Pdl Gianni Lettieri riceve l’assist del premier e lancia appelli per chiedere il voto dei moderati e degli elettori del Terzo Polo in vista del secondo turno contro l’ex pm sul quale si sta ricompattando l’intero centrosinistra: “De Magistris è un demagogo forcaiolo, i moderati non potranno mai votarlo”. E snocciola i nomi di sei tra terzopolisti e mastelliani candidati al comune e alle municipalità, che a suo dire lo appoggeranno al ballottaggio.
Peccato però che i quattro finiani da lui citati (Vincenzo Cacace, Giuseppe Rusciano, Andrea Iataresta e Gennaro Coscione) hanno smentito attraverso un comunicato di Fli Campania. Peccato pure che, mentre Lettieri invoca il voto dei moderati, in silenzio e senza dare nell’occhio ha chiuso un accordo elettorale che di moderato ha ben poco. E’ quello con il Movimento Idea Sociale (Mis) con Pino Rauti, partito dell’estrema destra neofascista che al primo turno ha presentato come candidato sindaco l’avvocato Vittorio Lamberti. Modesto il risultato della lista: 0, 23%, 954 voti. Migliore quello del candidato sindaco, che ha conquistato 1624 voti. A Lettieri, nell’eventualità di un testa a testa, potrebbero far comodo anche questi. E nei giorni scorsi ha ricevuto Lamberti e il vice segretario nazionale vicario del Mis, Raffaele Bruno nel proprio comitato elettorale.
Nell’incontro, secondo una nota diffusa dall’ufficio stampa dei rautiani “si è concordato un patto elettorale tra il Mis e il candidato Lettieri per sbarrare il passo alla sinistra che ha già rovinato Napoli con circa venti anni di malgoverno. Bruno e Lamberti invitavano pertanto i propri elettori e militanti di andare a votare al ballottaggio e di votare Lettieri”.
Tutto questo accade nella Napoli che appena tre settimane fa era ripiombata in un clima da anni ’70. Per due giorni la città fu messa a ferro e fuoco dagli scontri tra militanti dei centri sociali ed estremisti di destra. Prima la rissa a colpi di piccone e di coltello di fronte alla Facoltà di Lettere imbrattata di svastiche. Poco dopo, l’aggressione ai danni di Gianni Lettieri, costretto a ripararsi in una chiesa dei Decumani, da parte di un gruppo di giovani della sinistra estraparlamentare che lo accusava di ospitare neonazisti nelle sue liste. Nel pomeriggio tafferugli con la polizia durante un corteo in piazza Dante, nella notte altri scontri durante una festa universitaria. Infine, il giorno dopo, il lancio di una bomba carta contro un comitato elettorale del candidato sindaco azzurro. Tra i presunti accoltellatori denunciati dalla Digos anche Enrico Tarantino, responsabile napoletano dell’associazione di estrema destra ‘Casapound’ e candidato al consiglio della Terza Municipalità in una lista civica di Lettieri. Furono giorni densi di polemiche. Contro Lettieri per la candidatura di Tarantino e contro De Magistris, accusato da destra e dal Pd di aver accettato il sostegno di gruppi radicali extraparlamentari, e in particolare l’appoggio del Comitato di appoggio alla resistenza per il comunismo (Carc), che ha candidato la segretaria della federazione campana dei Carc Fabiola d’Aliesio nella civica ‘Napoli è tua’.