SGARBI VS IL FATTO SpA – Diffida – rettifica e cancellazione pagine on line
Formulo la presente in nome e per conto di Vittorio SGARBI, nato a Ferrara l’8/5/1952, in proprio e quale Sindaco del Comune di Salemi (TP), il quale, in ordine agli articoli pubblicati sul sito on line “ilfattoquotidiano.it” alle pagine:
http://www.funize.com/images/frontpages/ed289fb9e3769d84a6121a72f66b1e83.pdf
(“Sgarbi, Salemi e il Puparo” di Enrico FIERRO del 18 maggio 2011),
http://www.funize.com/images/frontpages1bf027ccae5dd427d0242bd68d0628bb.pdf
(“Sgarbi in TV, tanta noia a peso d’oro” di Carlo TECCE del 19/05/ 2011”),
http://www.funize.com/images/frontpages/23ce6fe6700ece2474e50f88d5faaaff.pdf,
recanti i titoli “SGARBI e le amicizie pericolose a Salemi”, “Vittorio Sgarbi, Saverio Romano e l’amico di Salemi sorvegliato speciale”, “Pino terremoto ordina, Sgarbi esegue e la mafia ringrazia”, “Sgarbi, Salemi e il Puparo”, “Sgarbi in TV, tanta noia a peso d’oro” e “SGORBI QUOTIDIANI, Buttati 4 milioni (Nostri)..”, poi ripresi dal Vs. quotidiano in data 18 – 19 e 20 maggio 2011, invito e diffido l’Editore, il Direttore del quotidiano stesso e il responsabile del sito sopra evocato alla immediata rettifica delle false notizie, nonché alla cancellazione delle pagine sopra citate (leggibili attraverso i link citati), che offendono gravemente l’onore ed il decoro del mio cliente e la reputazione del Comune di Salemi. In ordine al primo articolo, a firma dell’On. Sonia Alfano, esso risulta offensivo dell’immagine del mio patrocinato – ivi descritto come un amico dei mafiosi, nella specie di Giammarinaro -; inoltre, sempre secondo l’autrice, Sgarbi dovrebbe – per il suo comportamento – “smettere la carriera politica”, con conseguente auspicio che la Rai annulli “immediatamente ogni contratto con un pregiudicato” (cioè Sgarbi) “amico di un ex latitante, peraltro già condannato” (anche in questo caso l’aggettivo è riferito a Sgarbi) “per concussione e peculato e oggi indagato per riciclaggio“.
Orbene, a tale proposito, risulta doveroso sottolineare che Sgarbi, nell’inchiesta su Giammarinaro, non risulta né indagato per riciclaggio e né risulta (mai) essere stato condannato per concussione e peculato.
Relativamente poi al secondo articolo, risulta offensivo il gratuito richiamo al contenuto dell’interrogazione del deputato Vinicio Peluffo – che ha ritenuto inopportuna la presenza in Tv durante la campagna elettorale per i ballottaggi di un politico – come anche la pubblicazione delle dichiarazioni dell’On. Garavini, il quale avrebbe incolpato Sgarbi di non aver mai preso le distanze dal Giammarinaro. Sul punto, mi riporto a quanto già osservato da Sgarbi, che ha riferito che “Giammarinaro non ha mai avuto un ruolo attivo nella giunta”. Inoltre, non è vero che il bene confiscato al narcotrafficante Miceli sia stato assegnato a persone collegate con il Giammarinaro medesimo; tale bene, infatti, come chiarito più volte da Sgarbi, è stato concesso ad uno dei richiedenti, e cioè a “Slow Food”. Infine, risultano gravemente lesivi della reputazione e dell’onore del predetto gli altri titoli e cioè: “Pino terremoto ordina, Sgarbi esegue e la mafia ringrazia”, “Sgarbi, Salemi e il Puparo”, “Sgarbi in tv, tanta noia a peso d’oro” e “Sgorbi Quotidiani, Buttati 4 milioni (Nostri)..”, che denotano un’interpretazione in malam partem di tutte le vicende, aventi quale unico fine quello di colpire il mio assistito solo sul piano individuale e professionale atteso che, anche per le vicende con la rete pubblica, non risulta conforme al vero che, per la conduzione e l’ideazione del programma, Sgarbi abbia preteso dalla RAI un milione di euro (sul punto, mi riporto alla mia precedente diffida dell‘8 aprile 2011, nella quale Vi avevo già comunicato i costi reali della trasmissione ed il compenso riconosciuto al mio rappresentato).
In ogni caso rilevo che, sia nell’articolo dell’8 aprile 2011 e sia in quello del 20 maggio 2011 (entrambi a firma Carlo TECCE), sono stati indicati costi della trasmissione che non corrispondono al vero: infatti, dagli 8 milioni di cui al primo articolo, si è poi scesi, nel secondo, a 4 milioni; comunque, nel caso di specie evidenzio che il costo effettivo del programma non supera i 2 milioni di euro. Per tali rilievi, sussistendo una Vs. responsabilità – in solido con i soggetti dai quali avete attinto le false notizie, per poi renderle pubbliche, con violazione della privacy (in particolare, in relazione alla pubblicazione odierna del provvedimento del Questore di Trapani) – preciso che, in caso di Vs. inadempimento – entro e non oltre tre giorni da oggi – mi vedrò costretto, mio malgrado, a ricorrere alla Procura della Repubblica di Roma, con immediato intervento da parte del P.M., onde scongiurare l’aggravamento o la protrazione delle conseguenze del reato di diffamazione telematica, con richiesta, altresì, di applicazione della misura cautelare del sequestro preventivo del Vs. sito on line e/o, comunque delle pagine riguardanti gli articoli de quibus.
In attesa di riscontro, porgo i migliori saluti.
avv. Giampaolo CICCONI