Tensione nel napoletano, dove il sindaco invoca l'intervento dell'esercito. Cortei e assemblee ad Ancona, Palermo, La Spezia e Porto Marghera. "Senza impegni concreti, non daremo nessun avallo ai tagli" ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico Romani. Bersani: "Il governo ha dormito"
Ancora un giorno di proteste per gli operai degli stabilimenti Fincantieri in diverse parti d’Italia, in attesa dell’incontro del 3 giugno tra i sindacati e il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani (Leggi la cronaca di ieri). La mobilitazione è partita dopo l’annuncio del piano industriale dell’azienda, che prevede la chiusura degli stabilimenti di Castellammare di Stabia (Napoli) e di Sestri Ponente (Genova), e un forte ridimensionamento di quello a Riva Trigoso (Genova). A rischio 2551 lavoratori sui circa 8500 in organico. Linee che però, ha fatto sapere in serata l’azienda, “non sono da intendersi come un prendere o lasciare”.”La forza della rivolta al Sud è stata accompagnata da una violenza che è il simbolo di una rabbia che c’è nel cuore della gente e che non è più contenibile” è il commento di monsignor Giancarlo Maria Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro. “Quanto sta avvenendo è come la mano di Dio che ci avverte – aggiunge – prepariamoci alla collera dei poveri”.
La situazione più tesa resta quella del comune partenopeo, dove circa duecento operai fino alle 14 hanno bloccato il traffico dell’arteria principale della città, viale Europa, e la stazione della circumvesuviana di via Nocera. Secondo quanto raccontano i testimoni, i manifestanti sono partiti in corteo questa mattina dal cantiere e, al loro passaggio, hanno imposto ai commercianti del centro di abbassare le saracinesche. Nessun danneggiamento, esclusa la vetrina di un negozio. La sala consiliare del comune continua ad essere occupata da una decina di operai. ”La situazione sta diventando insostenibile – dice il sindaco Luigi Bobbio -. La protesta degli operai deve assolutamente rientrare e restare nei limiti della legalità”. Il primo cittadino del comune napoletano ha chiesto al prefetto “di concentrare subito le forze necessarie a recuperare il controllo”, coinvolgendo, se necessario, anche l’esercito. “E’ incredibile che di fronte a un dramma sociale che sconvolge la vita di migliaia di famiglie – risponde a Bobbio il leader di Sel, Nichi Vendola – non trovi di meglio da fare che evocare l’intervento delle baionette”.
E’ arrivato in giornata intanto l’ordine di due navi a Fincantieri da parte del gruppo crocieristico Carnival, con un finanziamento di 830 milioni dalla Cassa depositi e prestiti. Un’operazione, fa sapere in una nota la Cdp, che alimenta “un indotto complessivo per oltre 7 mila posti di lavoro, con significative ricadute occupazionali per le regioni italiane in cui verranno realizzate”. “La politica di Fincantieri, come quella del governo, tende a portare lavoro ai cantieri del Nord e noi chiuderemo – è la risposta dei sindacalisti delle Rsu di Castellammare di Stabia -. E’ la politica di chi mangia e chi deve morire senza investimenti, e qui da noi Fincantieri non ne ha fatti da tempo, si è fuori mercato”.
Manifestazioni si sono organizzate anche negli stabilimenti non a rischio di chiusura, ma interessati dai ridimensionamenti. Ad Ancona i lavoratori sono di nuovo in corteo, diretti verso il palazzo della regione Marche. Blocchi anche a Palermo, dove i 540 operai dei cantieri navali – prima riuniti in assemblea – hanno occupato viale Regione Siciliana. Nel capoluogo siciliano sono calcolati dall’azienda circa 200 esuberi, più di un terzo dei posti di lavoro attuali. A La Spezia, infine, – dove dovrebbero essere trasferiti circa 500 operai di Riva Trigoso – Uilm, Fiom e Fim hanno convocato un’assemblea e indetto due ore di sciopero. Il corteo ha raggiunto la prefettura. Ancora un corteo e uno sciopero di due ore anche a Porto Marghera dove, nella sala mensa del cantiere, si sono riuniti anche i dipendenti delle imprese d’appalto.
“Fino a quando non saranno attuati impegni concreti e condivisi di riconversione delle strutture interessate maggiormente alla crisi non ci sarà da parte nostra alcun avallo a licenziamenti o tagli dell’occupazione”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha commentato in un’intervista a ‘Il Mattino’ il piano proposto da Fincantieri. Al ministro, i sentori del Pdl eletti in Campania hanno chiesto oggi in una nota l’anticipazione dell’incontro del 3 giugno con le organizzazioni sindacali e di discutere, al più presto, la questione in Aula. “Ce ne stiamo occupando, e molto, ovviamente”, ha rassicurato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
Se per il governo la situazione è sotto controllo, critiche sono arrivate dall’opposizione e dai sindacati per la gestione della vertenza da parte dell’esecutivo. ”Sono due anni che c’è il problema della cantieristica e il governo deve apprendere dai giornali qual è il piano di Fincantieri?”, è il commento del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Si è dormito largamente su una crisi che andava affrontata”, aggiunge. D’accordo anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui si tratta della “ennesima distrazione da parte del governo”.”Fincantieri, che è controllata dallo Stato, non può giocare al massacro come sta facendo”, ha aggiunto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.