Metà dei pensionati vive con meno di 500 euro al mese. E’ quanto si legge nel Rapporto annuale dell’istituto. La quota sale al 79% se si considera la soglia dei 1.000 euro lordi mensili. L’11,1% presenta importi compresi tra i 1.000 e i 1.500 euro mensili e il 9,9% superiori ai 1.500 euro.
Per quanto riguarda le pensioni da 500 a 1.000 euro mensili, continuano a prevalere le pensioni femminili con il 30,5% rispetto al 24,9% delle pensioni maschili. il trend si inverte nelle classi di importo più elevato, laddove le pensioni dei titolari maschi presentano pesi percentuali nettamente più significativi: il 18,9% tra i 1.000 e i 1.500 euro mensili (contro il 5,6% per le donne) e il 20,2% con importi superiori ai 1.500 euro mensili (a fronte di appena il 2,6% per le pensioni erogate alle donne).
Il gruppo più numeroso di pensionati è rappresentato dai titolari di sole pensioni di vecchiaia (7,2 milioni), ai quali è destinato un reddito pensionistico lordo medio mensile pari a 1.182,82 euro. Il secondo gruppo in termini di numerosità è costituito dai titolari di almeno due pensioni di tipo previdenziale non della stessa specie (1,6 milioni), che mediamente ricevono 1.185,31 euro al mese. Seguono i beneficiari di sole pensioni assistenziali (1,5 milioni) che percepiscono mediamente 621,71 euro mensili e, nell’ordine, i percettori di prestazioni assistenziali associate a una qualche prestazione di tipo previdenziale (1,4 milioni) con importi medi mensili pari a 1.338,98 euro, i titolari di sole pensioni ai superstiti (1,3 milioni), che ricevono mediamente ogni mese 869,15 euro e i beneficiari di sole pensioni di invalidita’ previdenziale (circa 717mila) con importi medi mensili di 754,30 euro.
Il rapporto riassume anche il costo complessivo dei trattamenti di sostegno al reddito (cassa integrazione, indennità di disoccupazione, mobilità). L’Inps ha speso nel 2010 19,7 miliardi comprensivi dei contributi figurativi connessi a queste prestazioni. Nell’anno “sono proseguite le azioni dirette a contrastare l’impatto sociale della crisi sia attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga, con l’ampliamento delle categorie di fruitori, che mediante specifici interventi atti a fronteggiare la congiuntura economica sfavorevole”.
Le ore autorizzate nell’anno per le prestazioni di Cassa integrazione nel complesso (ordinaria, straordinaria e straordinaria in deroga) sono state 1,2 miliardi (+31,7% sul 2009). Il livello di utilizzo reale dello strumento espresso dal cosiddetto “tiraggio” (rapporto tra il totale delle ore utilizzate ed il totale delle ore autorizzate), è stato nel 2010 del 49,1% ( pari a 590,8 mln di ore) a fronte del 65,4% registrato nell’anno precedente. Per le prestazioni ordinarie sono stati erogati 1.175 milioni di euro, per quelle straordinarie al netto della deroga 1.363 milioni di euro e per i trattamenti in deroga 628 milioni di euro (per un totale di oltre tre miliardi). La spesa sostenuta per le prestazioni di indennità di mobilità ammonta a 1.273 milioni di euro mentre per i diversi trattamenti di disoccupazione sono stati erogati 6.700 milioni di euro.