L'outlook di primavera lancia anche un'allarme al nostro paese affinché metta in campo ogni dispositivo per controllare i conti pubblici e puntare a un miglioramento delle entrate fiscali
La “lenta ripresa” economica dell’Italia “e’ previsto che continuera’” nel 2011, “con una crescita che è destinata a rafforzarsi di circa un punto e mezzo di Pil nel 2012”. E’ questa la diagnosi dell’Ocse, che rivede in leggero ribasso all’1,1% la crescita del Pil di quest’anno, contro il +1,3% stimato in autunno, lasciando invariata a +1,6% la previsione per il 2012. Secondo l’Ocse la buona domanda mondiale stimolerà le esportazioni e anche gli investimenti sono destinati ad accelerare. La disoccupazione calera’ “solo in parte”, attestandosi all’8,4% nel 2011 e all’8,1% nel 2012, meglio delle stime autunnali rispettivamente dell’8,5% e dell’8,3%. “L’iniziale miglioramento della domanda di lavoro – si legge nel rapporto – sara’ assorbita da un ridotto utilizzo del lavoro a tempo”.
L’Inflazione crescerà dall’1,6% del 2010 al 2,4% del 2011, per calare all’1,7% nel 2012, “non appena diminuirà l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari”. Per il 2011 l’Ocse prevede un calo dello 0,2% dell’export, inferiore a quello dello 0,4% del 2010 e una ripresa a +0,4% nel 2012. Per quanto riguarda la domanda interna viene stimata una crescita dello 0,8% quest’anno e dell’1,2% il prossimo. Stabile la spesa per consumi che passerà dall’1% del 2010 a +0,9% nel 2009 e a +1,2% nel 2012. Le giacenze di magazzino sono previste in calo dallo 0,7% del 2010 allo 0,6% nel 2011, mentre resteranno invariate nel 2012.
L’Ocse considera positivamente l’impatto dell’immigrazione. “L’impatto del basso tasso di produttività – si legge nel rapporto – e il tasso negativo dell’aumento della popolazione sono stati riequilibrati degli alti livelli di immigrazione della gente in età da lavoro. L’immigrazione netta e’ salita di circa 400 mila unita’ negli ultimi 3 anni e in base alle proiezioni za lungo termine di Eurostato tra il 205-60 gli immigrati cresceranno in media di 230 mila uniat’ l’anno”. L’Italia deve mantenere la stretta vigilanza sui conti pubblici dimostrata fino a ora a causa del suo alto debito rispetto al Pil. Ciò richiede “un mantenimento dello stretto controllo sulla spesa e sugli ulteriori miglioramenti nelle entrate fiscali”.