Si è concluso ieri a Parigi il primo eG8, il summit sulla Rete che ha preceduto l’apertura dei lavori degli otto grandi della terra, iniziata oggi a Deauville in Francia. Due giorni di dibattito intorno a Internet e social network, in relazione alle rivolte in Maghreb e alla tutela dei dati personali. All’apertura dei lavori di martedì, il Presidente Nicholas Sarkozy, promotore dell’evento, ha parlato di Web come passo decisivo per la storia dell’umanità dopo la scoperta dell’America e la Rivoluzione industriale. Nonostante questo, però, si è premurato di porre l’accento sulla necessità di una regolamentazione condivisa per i governi, vero obiettivo del meeting. Sarkozy è stato il promotore di Hadopi, la legge contro il file sharing tra le più rigide in Europa. Tuttavia, le sue speranze sono state disilluse. Infatti, come ha sintetizzato Xavier Niel del provider francese Iliad SA, il messaggio dell’eG8 è: “Please try not to regulate“.

Gli ospiti di punta sono stati Rupert Murdoch e il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg. Per il magnate australiano, la rivoluzione di Internet ha intaccato tutti i settori culturali e industriali ad eccezione di uno: l’istruzione. Per il ceo di News Corp le scuole sono l’ultimo baluardo della rivoluzione digitale e la grande sfida dei nostri tempi riguarda lo sviluppo e la ricerca del capitale umano. Una prospettiva che giustifica il suo investimento di 360 milioni di dollari per l’acquisto del 90% di Wireless Generation, azienda che fornisce agli insegnanti software per verificare la preparazione degli studenti e fornire e-learning personalizzato.

Zuckerberg invece si è concentrato sulle nuove tendenze del web, dominate  dall’esigenza degli utenti di condividere informazioni personali. Per quanto riguarda le rivolte in Maghreb, invece, ha ridimensionato il ruolo dei social media convinto che sia stata la Rete nel suo complesso a ricoprire un ruolo chiave per la mobilitazione reale. Per quanto riguarda Facebook ha spiegato che dopo i giochi, saranno l’industria della musica e quella del cinema a fare business sulla piattaforma e che l’azienda non ha intenzione di consentire la registrazione ai minori di 13 anni, come era stato ventilato nei giorni scorsi.

Nel corso del meeting Sarkozy è stato attaccato da alcune associazioni che si battono per i diritti in rete quali il  Civil Society Internet Governance Caucus che contestava l’agenda dell’eG8: troppo spazio alle aziende e poco al principio della net neutrality. Ed è ancora mistero sulle responsabilità di un gruppo di attivisti francesi, La Quadrature du Net, che con i suoi hacker avrebbe causato il black out a intermittenza della rete wireless durante il forum.

Per quanto Sarkozy intendesse spingere verso la formulazione di regole condivise le conclusioni del meeting hanno semplicemente posto alcuni temi su cui i governi dovranno riflettere: tra questi la gestione delle reti e la collaborazione tra operatori e governi per la ripartizione dei costi, la protezione dei dati personali e del diritto d’autore nell’era 2.0 oltre alla libera circolazione delle informazioni. Tema su cui nessuno degli ospiti, tra i colossi come Google e Facebook e gli esperti invitati per speech e workshop, ha proposto una linea precisa perché l’imposizione di regole rigide può danneggiare i profitti aziendali. I sei delegati dell’eG8, tra cui Mark Zuckerberg e il presidente esecutivo di Google Eric Schmidt, sono oggi a Deauville per spiegare i risultati dei due giorni di meeting. L’unico messaggio da trasmettere ai grandi della terra è che Internet è l’elemento chiave per lo sviluppo dei paesi e delle loro economie. Il primo eG8 si è concluso senza nemmeno un  canovaccio per avviare una pragmatica regolamentazione del web al contrario di quanto Sarkozy si aspettava.

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