Non bastava la polemica sullo spostamento dei ministeri da Roma a Milano. Ora, Pdl e Lega non riescono a mettersi d’accordo nemmeno sulla musica. E la campagna elettorale di Letizia Moratti termina con un clamoroso flop. Gigi D’Alessio all’ultimo minuto sceglie di non presentarsi in piazza Duomo per il concerto di chiusura. “Sono stato invitato dal Presidente Berlusconi a festeggiare questa giornata ed ho aderito con piacere – ha spiegato in una nota diffusa dalle agenzie alle 20.44 – Ma il clima di estrema tensione che si è venuto a creare, sia attraverso i giudizi di chi ha un pensiero politico diverso, sia per i commenti ricevuti da parte di alcuni esponenti della Lega Nord, in quanto napoletano, mi hanno indotto a recedere dall’invito e lasciare Milano”.
”Mi dispiace”, ha commentato Letizia Moratti ai microfoni di Telelombardia, dove si trovava quando ha saputo del forfait del cantante napoletano: “Sarà comunque una bella festa perché c’è un bello spettacolo”, ha detto laconica. “Io da sindaco ho condannato, da qualsiasi parte siano venute delle intimidazioni, azioni violente, non rispetto della persona – ha spiegato -. Nella mia responsabilità di sindaco di tutti le ho condannate sempre da qualsiasi parte siano venute. E continuo e continuerò a farlo”.
L’autore neomelodico napoletano domani chiuderà con un concerto la campagna del candidato sindaco del Pdl, Gianni Lettieri nel capoluogo partenopeo. Se D’Alessio ha dato forfait, Bryan Ferry ha invece confermato la sua presenza: sarà l’ex Roxy Music a esibirsi in piazza Duomo questa sera.
Riguardo alla sua scelta D’Alessio ha aggiunto: “Credevo che in un paese libero e democratico non accadessero cose come queste. Ciascuno è e deve rimanere libero di esprimere la propria opinione senza per questo offendere nessuno ne tantomeno essere offeso o ancor peggio minacciati. Sono un libero pensatore e nelle mie canzoni rappresento sempre i buoni sentimenti. Voglio continuare ad essere me stesso e a raccontare storie d’amore, storie che uniscono e che non invitano mai al dissenso o a creare barriere”. Solo in tarda serata il cantante ha aggiunto “le minacce della sinistra” nella serie di motivi che lo hanno portato ad abbandonare Milano: ”Io mi sono sentito minacciato e onestamente ho avuto paura e me ne sono andato via”. “Io credevo di partecipare a una festa, pensavo fosse una festa per la musica, per la Moratti, per il Pdl – ha detto -. Ma quando ho ricevuto tutte minacce da parte di chi ha un giro politico diverso, diciamo dalla sinistra, mi sono sentito così male che ho pensato di ritornare”. Anche nella seconda nota però il cantante napoletano se la prende con la Lega: “Tra l’altro mi sono anche risentito su delle parole che qualche esponente della Lega ha detto”. “A quel punto – ha aggiunto -, ho ritenuto opportuno andarmene e togliere il fastidio e lasciare ai milanesi il giudizio su quello che è successo”. ”Basta andare su internet, su Facebook. Si vede di tutto, è successo di tutto – ha spiegato infine D’Alessio -. C’è stato un coglione della Lega che ha parlato male dei napoletani con un ‘che c’entra il napoletano a Milano? Io mi sono risentito da napoletano. La canzone dovrebbe unire e non dividere. Quindi a questo punto ho detto: visto che la sinistra mi minaccia e queste cose mi fanno male – ha concluso – a questo punto mi metto in aereo. E me ne sono andato”.
Il leghista Matteo Salvini risponde a distanza al cantante dagli studi di Annozero parlando di “minacce della malavita”: ”La musica è musica: saremmo stati ben felici di avere Gigi D’Alessio sul palco in piazza Duomo ma D’Alessio non usi la Lega per coprire eventuali minacce – ha detto -. Se mai ci sono state minacce – ha aggiunto Salvini – provengono in parte dagli ambienti della sinistra e in parte da napoletani che non conoscono Milano e la sua capacità di accogliere. Non vorremmo che dietro queste minacce ci fosse anche la malavita, ma io non conosco quella realtà e quindi preferisco non esprimermi”.
I cittadini milanesi non sono accorsi numerosi in piazza. I numeri diffusi dalla questura parlano di 5mila persone che diventano 40mila secondo gli organizzatori. Cifre nettamente inferiori per numero a quelle che acclamarono Roberto Vecchioni per Pisapia. Letizia Moratti è comparsa in zona palco intorno alle 22 mentre altri esponenti s’aggiravano dalla prima serata per l’area riservata: dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, fino agli assessori uscenti Riccardo De Corato, Giovanni Terzi, Maurizio Cadeo. Proprio Formigoni l’ha accolta, facendola salire su una sedia da dove si è scatenata in un ballo sulle note di Ferry. Piccolo bagno di folla per il sindaco uscente. A qualcuno di loro la stessa Moratti ha confessato: “Ha preferito non venire, andate a vedere su Facebook perché”.
Intanto a gettare benzina sul fuoco ci pensa La Padania che titola: ‘Gigi batte il record del ridicolo’. Il caso di Gigi D’Alessio, si legge, è “la ciliegina sulla torta” che mancava di “una campagna elettorale che ha navigato tra schizofrenia e idiozia con rari lampi di equilibrio e buon gusto”. Il cantante ha “colmato la lacuna insieme ai suoi ‘compagni di merende’, i verdi napoletani: ‘Non canto perché i leghisti ci insultano e ci odiano’. Invitato in ciò dai ‘compagni’”. “’Così ha restituito onore e orgoglio al nostro popolo’, ha chiosato il commissario regionale degli ambientalisti napoletani – scrive il quotidiano della Lega – Il quale ha evidentemente un concetto strano di orgoglio e onore visto che Napoli detiene il maggior numero di record mondiali negativi in fatto di civismo. Basti pensare alla vicenda infinita dell’immondizia che ricopre la città partenopea”. E Gigi, conclude, “la nuova icona del cantante politicizzato, si è adeguato, battendo da napoletano doc un altro record da guinness dei primati, quello del ridicolo”.