Falliti gli ammiccamenti al Terzo Polo e all’elettorato moderato, l’imprenditore amico di Berlusconi cambia strategia e punta decisamente ai nostalgici di Giorgio Almirante. E’ di stamane un appello di 75 personaggi che spaziano dal Pdl all’ultradestra, rivolto "agli elettori della storica destra napoletana", con annesso invito a votare l’azzurro. Da Donna Assunta ad Alessandra Mussolini passando per Massimo Abbatangelo condannato a sei anni di reclusione per detenzione di esplosivo
E’ di stamane un appello di 75 personaggi che spaziano dal Pdl all’ultradestra, rivolto “agli elettori della storica destra napoletana”, con annesso invito a votare l’azzurro Lettieri al ballottaggio per la carica di sindaco di Napoli. Primi firmatari: Donna Assunta Almirante, per l’appunto, l’ex Governatore della Campania Antonio Rastrelli, volto nobile della destra partenopea, e la deputata del Pdl Alessandra Mussolini. La Nipote. Proprio la Mussolini è citata nell’appello come protagonista di una candidatura che nel ’93 portò ‘la Destra, da sola’ a ‘sfiorare la vittoria, ma gli interessi affaristici, già in piena sintonia con Bassolino, prevalsero ancora sulla volontà di un popolo napoletano che voleva cambiare’. Non viene spiegato come Bassolino, da oscuro commissario cittadino (spedito da Roma) di una federazione del Pds azzerata per il coinvolgimento in Tangentopoli, fosse riuscito a stabilire una piena sintonia con gli interessi affaristici di Napoli prima ancora di diventare sindaco. Ma gli appelli parlano alla pancia, non alla testa.
Tra i firmatari spiccano alcuni nomi. A cominciare da quello di Massimo Abbatangelo, per 23 anni consigliere comunale del Msi, deputato missino per quattro legislature, una candidatura alle europee in An nel 1994. Abbatangelo, dopo una condanna in primo grado all’ergastolo, fu assolto dall’accusa di aver fornito l’esplosivo utilizzato nella strage del Rapido 904, il 23 dicembre del 1984, 17 morti e 265 feriti. Ma fu condannato a sei anni di reclusione per detenzione di esplosivo e per questo si è fatto un po’ di galera. Ora milita nella Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli. Che nel panorama della destra estrema frantumata da ricorsi e liti giudiziari sull’uso dei simboli, è cosa diversa dai neofascisti del Movimento Idea Sociale con Rauti, il cui vice segretario nazionale è il napoletano Raffaele Bruno, un altro dei firmatari dell’appello pro Lettieri. Il Mis ha partecipato alle elezioni comunali di Napoli con un proprio candidato sindaco, Vittorio Lamberti, altro firmatario dell’appello. Tra Lettieri e il Mis è stato già stretto un accordo elettorale per il ballottaggio.
Si appellano alla ‘storica destra’ anche il capogruppo uscente Pdl di Napoli Carlo Lamura e il sindaco Pdl di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, già senatore e segretario napoletano di An. In questi giorni gli operai di Fincantieri gli hanno devastato il Municipio. Arrabbiati ed esasperati per il piano industriale che prevede il licenziamento di 2551 lavoratori, 649 nella sola Castellammare. Ma anche per le promesse che il primo cittadino fece l’anno scorso in campagna elettorale e non è riuscito a mantenere. Un comunicato del 30 aprile 2010 sull’esistenza di un protocollo in cui ministri e vertici Fincantieri assicuravano il bacino di costruzione, le commesse, la salvezza dei posti di lavoro. “E io – affermò Bobbio – sono molto soddisfatto di questo primo risultato di cui altri avevano solo parlato e che invece sono riuscito a concretizzare”. Purtroppo è accaduto l’esatto contrario.
Tra i 75 nomi c’è l’eurodeputato Enzo Rivellini. E’ uno degli ex ‘terzopolisti’ che finora Lettieri ha acchiappato, insieme a quello del parlamentare Franco Pontone, un ex fedelissimo di Fini che è stato tesoriere di An, lo ha seguito in Fli e poi lo ha mollato. Poche settimane fa Rivellini guidava Futuro e Libertà in Campania. Voleva candidarsi a sindaco. Poi salì sul palco con Pasquino, dicendosi contento della sua candidatura. Infine cambiò di nuovo idea e provò a spostare i finiani nella coalizione di Lettieri. Si dimise e uscì da Fli per lo stop impostogli da Italo Bocchino, che di fatto commissariò il partito alle prime avvisaglie di svolta azzurra. Anche Bocchino proviene dalla ‘destra napoletana’. Ma in un’intervista a Repubblica ha dichiarato che Lettieri i voti di Fli se li può scordare: “La candidatura dell’uomo di Cosentino per noi finiani è indigeribile”.