Secondo la valutazione fornita dalla S&P, infatti, la holding ducale non ha messo a disposizione della società di rating la documentazione economico-finanziaria che serve per fornire una valutazione su Stt che gestisce, per altro, gran parte del patrimonio economico della città di Parma ed il suo conseguente sviluppo.
Una notizia che cade come una tegola sull’amministrazione guidata dal sindaco Pietro Vignali, giudicata dalle opposizioni“inadeguata a garantire stabilità economica ed il risanamento dei conti delle partecipate”. A margine di questo ci sono anche le dimissioni improvvise dei revisori dei conti del Comune che hanno rimesso le deleghe in mano all’amministrazione a pochi giorni dall’approvazione del bilancio, impedendo quindi alla giunta di poter prendere decisioni in materia economica.
Dopo le visite della Guardia di finanza per il prelievo dei documenti contabili di Stt, la Standard&Poor’s ha quindi sospeso il giudizio sulla holding di Parma per “le difficoltà economiche, concentrate per la maggior parte nei progetti di costruzione”. Sempre la S&P nota come STT “abbia lavorato al di sotto delle aspettative rispetto al passato business plan”. E nonostante abbia “chiesto di modulare il debito della compagnia, le banche non hanno ancora risposto alla richiesta di Stt”. Anche sulla base di questo, S&P ha quindi bocciato la STT, abbassandoo e poi sospendendo il ratingda B+ a Bb : “la compagnia ha fallito nel fornire importanti informazioni che ci avrebbero permesso di continuare la nostra attività di sorveglianza”.
Ma l’amministrazione, come ha preso la notizia? Se dai banchi della giunta si è levato “un silenzio assordante”, precisano le opposizioni in consiglio comunale, il vicesindaco Paolo Buzzi riferisce di non saperne niente: “Me l’hanno detto adesso- commenta a margine del consiglio comunale- provo ora ad interessarmi”.
Intanto è scoppiata la polemica sul compenso di Massimo Varazzani , presidente della holding comunale. In una nota stampa i capigruppo di Pd, Prc e Ap-Av Giorgio Pagliari, Marco Ablondi e Maria Teresa Guarnieri affermano che “le regole sono uguali per tutti. E i soldi pubblici non sono noccioline distribuibili a piacimento”. Secondo l’opposizione il vicesindaco Paolo Buzzi “pretende pretende di aggirare la legge, sostenendo che la Finanziaria 2007 fissa un tetto complessivo per il compenso degli amministratori di una società partecipata e che la successiva ripartizione del monte compensi tra gli Amministratori è questione interna alla società partecipata”. In ragione di questo principio, secondo gli esponenti di minoranza, il vicesindaco avrebbe proposto che il monte compensi, pari a 123mila euro, venisse distribuito dando al presidente un compenso pari a euro 100 mila, e ai due consiglieri 11mila e cinquecento euro. Di fatto, in questo modo, si raddoppierebbe lo stipendio di Verrazzani.