Per la prima volta nella storia, il governatore chiede un parere a tre esperti esterni a Bankitalia (tra i quali spicca Agostino Gambino, già avvocato di Sindona e già ministro delle Poste nel governo Dini). I tre rispondono via fax nel giro di poche ore. È vero, dicono, i coefficienti patrimoniali previsti dalla legge per garantire la stabilità della banca sono stati sforati come sostengono i due ispettori; ma il piano presentato da Fiorani per garantire il ‘rientro’ dalle esposizioni nel giro di pochi mesi è valido. In realtà, per far quadrare i conti, Fiorani è ricorso a due trucchi. Il primo, un aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro: sottoscritto però in gran parte con i soldi della banca stessa. Il secondo, la cessione di quote di società controllate per 1,08 miliardi: ma sono cessioni finte, realizzate attraverso complessi strumenti finanziari che parcheggiano quelle quote presso alcune banche, con però la garanzia del riacquisto. La notte del bacio Malgrado tutto ciò, Bankitalia dà il via libero a Fiorani. Alle 00.12 del 12 luglio, squilla il cellulare di Fiorani. È il governatore Fazio.

Fazio: Ti ho svegliato?

Fiorani: No, no… Guarda, sono qui a Milano ancora a parlare con i miei collaboratori…

Fazio: Va bè, va bè… Allora, ho appena messo la firma, eh.

Fiorani: Ah… Tonino, io sono commosso, io ti ringrazio… ti ringrazio… ho la pelle d’oca… io, guarda Tonino, in questo momento ti darei un bacio sulla fronte, ma non posso farlo… so quanto hai sofferto, credimi, ho sofferto anch’io insieme alla struttura, ho sofferto con i miei legali e ti sono… prenderei l’aereo e verrei da te in questo momento, se potessi!

L’incredibile conversazione notturna dimostra che l’arbitro non è imparziale, visto che mai un banchiere di Amsterdam potrebbe rivolgersi al governatore come gli si rivolge Fiorani. Il custode delle regole ‘uguali per tutti’ fa il tifo, anzi gioca per una delle due squadre in campo. Del resto già il 5 luglio, quando Abn Amro aveva chiesto una proroga alla scadenza della sua Opa, il governatore aveva pregato Fiorani di raggiungerlo nella sede di Bankitalia, ma avendo l’accortezza di passare dall’ingresso secondario, sul retro, in via dei Serpenti.

Fazio: Allora, se tu vieni da me verso le 15, le 15.30, stiamo insieme un’ora, un’ora e mezza, ché… diciamo… voglio verificare un insieme di cose… L’unica cosa: passa come al solito, dal dietro… dietro di là.

Fiorani: Sì, va bene… sennò sono problemi…

Scriverà il gip Clementina Forleo, nell’ordinanza del 1° agosto con cui sequestrerà azioni e plusvalenze ai ‘furbetti’: Il tenore di molte delle conversazioni intercettate evidenzia che i rapporti tra gli indagati e altri personaggi, lungi dall’incanalarsi in fisiologici rapporti istituzionali o in rapporti meramente amicali, che legittimamente avrebbero potuto snodarsi parallelamente ai primi, appaiono contrassegnati da illegittime pressioni da un lato e da illeciti favoritismi dall’altro, in totale spregio delle regole poste a presidio del sistema dei controlli facenti capo in particolare alla Banca d’Italia. Anche la moglie del governatore ha una parte in questa commedia all’italiana. La signora Maria Cristina Rosati in Fazio, alle 21.40 del 27 giugno, ha già garantito a Fiorani il pieno appoggio del marito.

Rosati: Ma chiama subito [ho detto a mio marito, nda], va, perché tu, dico, mica mi puoi trattare così Gianpiero, eh.

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Antonveneta, dal “bacio in fronte” ai “furbetti del quartierino”

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