Subito dopo, alle 21.50, Fiorani chiama Ricucci e fa un’ammissione: ‘Su un passaggio bisogna riflettere: fatti bene i conti, andiamo a beccarci uno sforamento dei coefficienti patrimoniali’. Quindi è necessario fare tutto ‘l’ambaradàn’ dopo il 30 giugno.

Quella stessa sera la signora Fazio richiama Fiorani dal telefono del senatore Grillo, per assicurare che il marito gli darà presto la sospirata autorizzazione.

Rosati: Oh che non mi vuoi più bene!

Fiorani: No, no.

Rosati: Sono gelosa… sono gelosa.

Fiorani: Tu adesso mi vieni a dire…

Rosati: Senti, tu adesso mi devi fare una promessa.

Fiorani: Sì.

Rosati: Devi, fino a domani, devi stare zitto, non parla’ con nessuno. Sei in una botte di ferro, stai tran-quil-lo!

Fiorani: Vedrai che non sarà così. Io non ho sbagliato, Cristina, non ho mai sbagliato.

Rosati: Manco io ho sbagliato, e lo sai bene.

Fiorani: Stavolta abbiamo purtroppo un presentimento diverso mio e tuo… però di presentimenti, guarda.

Rosati: Appunto, appunto, appunto Giampi, sì.

Fiorani: Vedrai.

Rosati: Guarda, qui non è solo, guarda è la reputazione di mio marito, di quarant’anni di vita.

Fiorani: Ma lo fanno fuori, Cristina, lo fanno, c’è qualcuno che vuole farlo fuori, Cristina…

Rosati: Ma lo so […]. Stai tranquillo, stavolta guardo io, e tu lo sai, figurati, ho provato […]. Davvero tutti i passi. Guarda io l’altra sera mi sono vista veramente persa e, lo sai, mi sono mossa tempestivamente.

Fiorani: Poi hai scoperto che non c’era motivazione […]. Quello che è successo te lo dirà Gigi, è una cosa incredibile, cioè c’erano delle incomprensioni da parte della struttura… non solo, non ricevevano più i miei… Ho dovuto, ho dovuto forzare la mano io con tuo marito e Diego [ parola incomprensibile]. A questo punto, Cristina, comunque pazienza, dai.

Rosati: No, no, no no, non ti voglio senti’ parlare così… non stare arrabbiato… Io che fai, mi butto dal balcone domani?

Fiorani: No, no, ma perché tuo marito è talmente buono, tuo marito è talmente buono, è talmente, è talmente… sì.

Rosati: No, no, ascolta, Titanic mica l’hanno fatto già due volte… non si buttano quarant’anni dalla finestra. Ma guarda, io, io sono sono notti che non dormo neanch’io, ma non, io stasera guarda, chiamala pazzia, chiamala cosa, io stasera sono molto tranquilla, molto molto… quindi ci risentiamo casomai più tardi, tu c’hai quel numero che ti ho dato…

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Antonveneta, dal “bacio in fronte” ai “furbetti del quartierino”

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