Grillo: M’ha chiamato lei e mi ha passato lui. Era tutta preoccupata… mezza piangente… Ho detto: “Ma Cristina, non…”. “Ma no guard…” “Ma no, siamo in guerra, dobbiamo resi[stere]…”

Fiorani: E lui?

Grillo: No, lui più sereno, però mi ha detto: “Ma sei a Roma?”. “Sì”. “Allora passa a trovarmi sul tardi”. E quindi a mezzanotte ci andrò…

Verso l’una di notte il senatore aggiorna il banchiere sull’incontro, anche se i particolari glieli racconterà a quattr’occhi: dice di essere ottimista, l’autorizzazione all’Opa di Bpl sta per arrivare: “La sensazione mia, Gianpiero, è qualcosa di più di una sensazione, è che… eh… si va avanti”. Infatti Grillo combina un incontro a tu per tu tra Fazio e Fiorani, durante il quale il governatore suggerisce al banchiere che cosa fare per ottenere l’ok di Bankitalia annunciato nella notte tra l’11 e il 12 luglio: la notte del bacio in fronte.

A cena con Silvio Il 12 luglio, appena incassato l’agognato via libera dall’amico governatore, Fiorani dà il via a una girandola di telefonate col cuore gonfio di commozione e orgoglio. Si sente subito con Grillo, che gli dice: “Adesso devi riconoscere che per una vita ti sei sbagliato”. Fiorani non riesce a trattenere le risate di gioia. Grillo gli racconta la sua vigilia di tregenda: “Cinque ore di… cinque ore di attesa in quel giardino puzzolente dove ti avevo lasciato, hai capito?”. Fiorani continua a ridere.

Grillo: Mi ha fatto stare cinque ore, perché io è dalle sette che sono lì ad aspettare.

Fiorani: No, ma è incredibile, Gigi.

Grillo: Hai capito [ride]?

Fiorani: Ti avranno scambiato per un pederasta, lì con l’impermeabile.

Grillo: Ti devo dire due cose… ti devo dire due cose: Angelo [De Mattia, nda] è stato bravissimo.

Fiorani: Fantastico. Eh, sì. Grillo: Bravissimo, è proprio quello che ha tenuto: il nostro amico [Fazio, nda] poco fa l’ho abbracciato, quando mi ha detto…

Fiorani: Ma, pensa!

Grillo: Ma pensa che prudenza, ha voluto che lo vedessi fuori, in via de…

Fiorani: Che persona! Sì, sì, sì.

Grillo: L’ho abbracciato… Guarda, hai presente un bambino che s’è tolto un peso dallo stomaco? Era gioioso […].

Fiorani: Guarda, Gigi, sei stato meraviglioso…

Grillo: Eh, quando uno…

Fiorani: Sei stato meraviglioso.

Chiusa questa telefonata, il banchiere di Lodi annuncia la lieta novella alla moglie e ai compagni d’avventura. Il primo è Gnutti, che proprio quella sera è a cena con il presidente Berlusconi. Sul brogliaccio della Guardia di finanza sono riassunte due telefonate di Fiorani a Gnutti. La prima dura solo cinquantasette secondi e parte alle 0.19. È Fiorani che chiama Gnutti per comunicargli “che è stata firmata l’autorizzazione”. Poi c’è un omissis: Berlusconi si è fatto passare Fiorani e l’intercettazione, coinvolgendo un parlamentare, deve per legge rimanere segreta. E lo rimarrà per sempre perché – come vedremo – a causa di un errore della Procura, la registrazione verrà distrutta prima che i magistrati possano chiedere alla Camera l’autorizzazione a utilizzarla. Ma, come spesso avviene in questo tourbillon di chiamate, chi parla con i politici racconta poi ad altri il contenuto delle telefonate. Infatti, un minuto dopo, Fiorani richiama Gnutti.

Fiorani: Ho sentito il presidente [Berlusconi, nda], commosso della cosa…

Gnutti: Gli ho detto che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano…

Fiorani: Digli di chiamare il Number One [Fazio, nda].

Gnutti: Gli ho detto che, se non ci dà una mano, la sinistra prende tutto.

Fiorani: Ne parleremo domani a voce… La sinistra in questo momento ci ha appoggiato più di quanto abbia fatto il governatore…

Gnutti si trova a Valeggio sul Mincio, al parco Sigurtà, dove sotto un tendone bianco è stata organizzata una cena di raccolta fondi per il comitato regionale di Forza Italia. Centotrenta imprenditori veneti e bresciani hanno versato cinquemila euro a testa pur di stare vicini a Berlusconi. Al tavolo del premier, dove vengono serviti raviolini burro e salvia, risotto con scampi, zucchine e zafferano, scottona, orata e dolci, siedono dodici persone: oltre a Gnutti, ci sono il presidente del Brescia Calcio, Gino Corioni, e altri nomi importanti dell’imprenditoria bresciana. Il premier ha appena finito il suo comizio, annunciando una “campagna elettorale d’attacco per continuare a governare, e bene, il Paese”. Stanno per partire i fuochi d’artificio, quando Gnutti gli passa al telefono Fiorani. Il premier viene così informato, quasi in diretta, dell’ok di Fazio alla scalata di Bpl all’Antonveneta. E si mostra “commosso della cosa”. Che la regia delle tre scalate sia una sola, è indiscutibile: Gnutti riferisce a Fiorani di aver detto a Berlusconi “che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano”, altrimenti “la sinistra prende tutto”.

Fiorani risponde che “in questo momento la sinistra ci ha appoggiato più di quanto abbia fatto il governatore…”. Pochi minuti dopo, alle 00.29, Gnutti chiama la moglie Ornella: Ciao, sono a cena con Berlusconi […]. Il governatore ha firmato un minuto fa il via libera e Berlusconi ha parlato in diretta al telefono con Fiorani. Poi all’1.02, risente Fiorani.

Gnutti: È vero o sto sognando?

Fiorani: È vero, perché o sono grandi imitatori che riescono a imitare quella voce, altrimenti questo film ha funzionato veramente bene… I miei amici legali sono in conference call, ma sanno che tutti coloro che hanno il piacere di… potranno dire che quel giorno c’erano anche loro e lo racconteranno ai loro figli.

Ma la partita è truccata. Nelle intercettazioni i vari protagonisti lo ammettono chiaramente. Primo tra tutti Ricucci, che il 23 luglio constata l’inutilità della manfrina che Fiorani l’aveva costretto a inscenare (presentare nell’assemblea degli azionisti una propria lista di amministratori apparentemente autonoma da quella di Lodi, per tentar di nascondere il patto occulto). E commenta col suo commercialista, Guglielmo Fransoni, la decisione della Consob di inserirlo nella lista nera dei “concertisti” al seguito della Bpl e di convocarlo a Roma per dare spiegazioni. La telefonata diverrà celebre, perché è qui che Ricucci conia l’espressione destinata a diventare il marchio degli scalatori: “furbetti del quartierino”.

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Antonveneta, dal “bacio in fronte” ai “furbetti del quartierino”

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