Il candidato del centrosinistra diffonde una nota per commemorare Walter Tobagi a 31 anni dal suo assassinio. Il sindaco uscente lo accusa di aver violato il silenzio imposto prima del voto. La replica: "Non conosce la legge. E lei è stata in giro per teatri e oratori"
A poche ore dal voto Letizia Moratti attacca di nuovo Giuliano Pisapia. Questa volta la scusa è una nota diffusa dal candidato del centrosinistra per commemorare l’anniversario della morte di Walter Tobagi, il giornalista del Corriere della sera ucciso 31 anni fa dai terroristi. “E’ stato violato il silenzio elettorale”, accusa il sindaco uscente. Che qualche ore prima è stata contestata mentre era in visita in un oratorio milanese, nel giorno in cui la compagna elettorale dovrebbe essere interrotta.
“Sono venuta a conoscenza che Giuliano Pisapia ha reso oggi dichiarazioni pubbliche, riprese dalle agenzie di stampa – afferma Letizia Moratti in una nota -, sul ricordo di Walter Tobagi, innocente vittima del terrorismo”. “Di questa evidente violazione delle regole e dei comportamenti da tenersi nella giornata di ‘silenzio elettorale’ – prosegue – intendo informare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano auspicando le garanzie istituzionali affinché la competizione elettorale in corso a Milano si concluda serenamente e nel rispetto delle norme della convivenza civile. Di questo ho già informato il Prefetto di Milano per quanto di sua competenza diretta”.
Sotto accusa una nota diffusa da Pisapia sul giornalista ucciso dai terroristi: “Il 28 maggio del 1980, 31 anni oggi, Walter Tobagi, giornalista coraggioso del Corriere della Sera, che indagava sugli ‘anni di piombò in Italia, fu ucciso dai terroristi a Milano – si legge nella nota -. Il suo nome rimane anno dopo anno un punto di riferimento della difesa della democrazia italiana”.
Pisapia rimanda al mittente le accuse di aver violato il silenzio elettorale: “Letizia Moratti – si legge in un comunicato del portavoce Maurizio Baruffi – dovrebbe conoscere l’articolo 9 della legge 212 del 4 aprile 56, e successive modificazioni, che regolamenta il silenzio elettorale. Se lo avesse letto non avrebbe disturbato né il Prefetto né tanto meno il Capo dello Stato e viceversa avrebbe evitato di girare la città tra teatri e oratori nel giorno in cui sono vietate come recita il comma 1 dell’articolo citato, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta in luoghi pubblici o aperti al pubblico”.
Baruffi fa riferimento alle visite della Moratti al convegno ufficiale del Grande Oriente d’Italia ‘Va pensiero dalla Lombardia per l’Italia’ al teatro Nuovo e aall’oratorio della chiesa di Gesù a Nazareth nella zona nord di Milano, dove è stata contestata proprio per essersi presentata nella giornata del silenzio pre elettorale.