I naturisti fanno i bagagli (pochi) e dicono addio alla Bassona, la loro storica spiaggia a Lido di Dante. Dopo anni di liti e scontri con il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, l’Aner, l’associazione dei naturisti dell’Emilia Romagna, ha deciso di abbandonare una delle sue mete storiche. Nuova destinazione: un comune leghista a due passi da Jesolo. “Ravenna ha chiuso con noi”, fanno sapere dall’associazione. “Questo vorrà dire un 20 per cento di presenze in meno. Chi ci ospita, e più che volentieri, lo abbiamo trovato nel Veneto remoto, quello più leghista che mai”.
Ecco l’epilogo, salvo ripensamenti, di una battaglia che da tempo si consuma tra il sindaco Matteucci e i tanti nudisti italiani e stranieri, che dagli anni Settanta, ogni estate, fanno del Lido di Dante e della spiaggia della Bassona (a poco più di dieci chilometri da Ravenna) le loro mete preferite. “Non consiglierò più la zona di Ravenna come meta per naturisti” , dice il presidente dell’Aner, l’avvocato bolognese Jean Pascal Marcacci. La pazienza è finita. “Siamo stufi di cinque anni di mancata collaborazione con le autorità locali. Non ho più voglia di combattere contro un sindaco intollerante che dice sempre no”.
Tra le nuove destinazioni scelte ci sono alcune località delle Marche e Comacchio. Anche se la prima della lista è la Laguna del Mort, vicino a Jesolo. “Qui – continua Maracacci – un Comune leghista ci ha dato un’intera isola. E invece a Ravenna il sindaco mutandato di centrosinistra… C’era anche che diversi russi atterrati a Rimini chiedevano di potere avere una spiaggia dedicata al naturismo, ma le richieste sono rimaste inevase. E adesso l’unica ufficiale è a Jesolo”. Nella spiaggia veneta sembra sia tutto pronto per l’arrivo degli amanti della tintarella integrale. Un’associazione si occuperà di garantire la sicurezza, la pulizia, e il decoro.
Proprio quello che è mancato fino a oggi alla Bassona. Ma non è sempre stato così. In passato il rapporto tra naturisti e amministrazione comunale è stato talmente collaborativo, da portare nel 2002 all’approvazione di un’ordinanza, a firma dell’ex-sindaco di centrosinistra Vidmer Mercatali, per legalizzare e destinare i 1000 metri del Lido di Dante alla pratica naturista, affidando la gestione della spiaggia alle associazioni. Il vento cambia nel 2006, con l’insediamento di un altro sindaco di centrosinistra, Fabrizio Matteucci, da poco riconfermato.
Tempo due anni di giunta e il primo cittadino, con malcelata insofferenza, coglie l’occasione offerta da una legge regionale (ironia della sorte invocata dagli stessi nudisti) per chiudere i cancelli della Bassona. Secondo la norme la spiaggia nudista, per essere tale, deve essere attrezzata con servizi igienici e recinzioni. Opere impossibili da realizzare in una riserva naturale come la Bassona. “Non ho scelta – dice Matteucci – quest’ anno niente nudismo”.
Immediate le reazioni, non solo da parte dei diretti interessati. A protestare contro il provvedimento anche i commercianti e gli albergatori decisamente poco inclini a perdere un mercato che frutta decine di milioni di euro a stagione, grazie ai circa 15mila turisti provenienti da ogni parte d’Italia, della Germania, e dei Paesi Bassi.
L’anno successivo la guerra continua, con il primo cittadino che invita i nudisti a trovarsi altre mete in Regione : “Purtroppo la situazione a Lido di Dante ha creato degrado. Nel comune di Ravenna non c’è un’area adatta. Ma le coste dell’Emilia-Romagna hanno 110 chilometri di spiagge…”. Il problema , secondo Matteucci, è anche quello dei guardoni e degli esibizionisti: “Spesso arrivano denunce per atti osceni. Questo non è bene per una località frequentata anche da famiglie”. In realtà, sono gli stessi naturisti a chiedere più volte all’amministrazione una soluzione per riuscire a vivere la spiaggia in serenità, senza preoccuparsi di guardoni e fanatici. Ma tra le due parti il dialogo non decolla.
E così oggi il rapporto tra l’associazione di nudisti e la spiaggia della riviera si rompe una volta per tutte. Meglio le coste venete, dove, secondo l’Aner, alcune amministrazioni del Carroccio si sono dimostrate meno bacchettone e più disponibili di quelle romagnole. “Non boicottiamo per dispetto – precisa Maracacci – non ci auguriamo che la località rivierasca perda presenze. Spero che la gente continui ad andare. Senza di noi però mancherà l’unica regola che c’era. Cosa accadrà con i maniaci? Ogni volta verrà fatta intervenire la polizia municipale?”. Prima di partire per il Veneto però l’Aner promette un’ultima visita alla spiaggia ravennate: “Il 5 giugno, giornata mondiale della Serenità Naturista, andremo là per la pulizia. Vogliamo salutare lasciando pulito”.