All'assemblea annuale dell'Unione industriali della provincia di Varese, il presidente di Confindustria ha ricordato che dall'esecutivo non è arrivata una soluzione per risolvere i problemi del sistema Italia. "Basta logica del conflitto, non se ne può più"
“È un momento di grandi sacrifici per tutti – ha detto – ci sono ristrettezze a tutti i livelli, ma dalla politica ci sono troppe resistenze, occorre un passo in avanti. Il taglio dei costi della politica non incide molto sui conti pubblici, ma dà il buon esempio”. Un passo avanti per far crescere l’Italia, un passo avanti che deve fare da traino a tutto il sistema produttivo: “Non chiediamo soldi o incentivi, non vogliamo aiuti. Chiediamo riduzione della spesa pubblica e più spazio per il mercato. Vogliamo meno Stato per avere più crescita e più Pil. Questo governo non ha fatto passi in avanti. Anzi, forse ha fatto passi indietro, penso alla reintroduzione delle tariffe minime. Siamo gli unici in Europa, è un macigno per la competitività e per la libertà di impresa”. Dalla politica il sistema confindustriale vorrebbe invece l’auspicata riforma fiscale e un maggiore impegno nella realizzazione di infrastrutture.
“In questo momento di difficoltà accettiamo anche la logica della non riduzione della pressione fiscale complessiva – ha detto la Marcegaglia – ma bisogna andare nella direzione della riduzione della tassazione sui lavoratori e sulle imprese. C’è bisogno di più soldi in tasca alla gente e alle aziende per rilanciare il Paese, il governo pensi piuttosto a tassare le rendite finanziarie”.
Una sorta di esortazione al ministro dell’Economia Giulio Tremonti a dare una svolta al processo di riforma del sistema fiscale, con meno ganasce per chi paga le tasse e più attenzione alle esigenze reali del Paese. Discorso analogo per le infrastrutture. “Gli stanziamenti sono stati tagliati di un punto, da 2,6 del Pil siamo passati a 1,6. Così non si recupera il gap infrastrutturale. Possiamo accettare la logica dei tagli, ma bisogna mettere in piedi un meccanismo virtuoso che permetta e agevoli l’intervento dei privati. Quando i progetti sono buoni, quando non ci sono intoppi, quando ci sono tempi certi e soprattutto quando si crea un sistema stabile e senza intoppi, allora il privato è incentivato ad intervenire”. Un discorso che ha puntato anche su Malpensa e sulla scelta recente di Lufthansa di lasciare lo scalo della Brughiera. Un punto su cui la Marcegaglia ha ricalcato la posizione del presidente uscente dell’Unione industriali di Varese, Michele Graglia: “È un segnale brutto perché vuol dire che non ci credono neanche loro. È una decisione che non conosco nel dettaglio, ma che sicuramente è dovuta alla mancanza di un piano strategico preciso di cosa si voglia fare del sistema aeroportuale del Nord Italia e di questo Paese. Non può essere una compagnia aerea, tanto meno tedesca, che viene a risolvere questo problema. Spero che la politica operi in questa direzione, Malpensa è al centro di un bacino industriale che trascina il Paese. Vogliamo che chi ha il dovere di prendere decisioni per creare condizioni favorevoli allo sviluppo lo faccia e lo faccia presto”
L’appello finale è ancora una volta rivolto alla politica: “La situazione è molto seria, se vogliamo andare avanti e superare il problema occorrono impegno e organizzazione. La politica deve tornare ad avere un senso del servizio vero, abbandonando la logica del conflitto continuo, che si torni alle priorità vere, perché non se ne può più”.