Dopo il cappotto elettorale, il Cavaliere ritocca il partito. In testa c'è l'idea di affidare la guida di via dell'Umiltà all'attuale Guardasigilli. Per il suo posto sono in ballo due nomi: Lupi e Cicchitto, attuali vicepresidente e capogruppo alla Camera. Ma se il primo non piace alla Lega, il secondo smentisce e metterebbe in difficoltà Napolitano
Scettico sulla strategia pare anche Ignazio La Russa che, in un’intervista al quotidiano ‘Il Messaggero’, parla chiaro: “Non è che se arriva Alfano al posto di Verdini si fanno miracoli. Non ci sono bacchette magiche. Il Pdl riparte solo se riusciremo a dare risposte alla gente”. Nonostante, sottolinea il ministro della Difesa, la stima e l’amicizia che lo lega al Guardasigilli. Che “vista la sua giovane età – aggiunge La Russa – è una risorsa nella prospettiva di un partito che duri a lungo”. Per lo stesso titolare della Difesa, attualmente tra i tre coordinatori del partito, è previsto un incarico di peso, ma non è ancora chiaro quale. I due, La Russa e Alfano, si sono comunque incontrati ieri. Appuntamento, spiegano fonti parlamentari del Pdl, che sarebbe servito ad aprire alla soluzione studiata dal Cavaliere.
E un altro incontro si è svolto ieri tra il premier e Denis Verdini affinché anche l’altro coordinatore di via dell’Umiltà possa dare l’ok al piano del presidente del Consiglio. Domani quindi nell’ufficio di presidenza del Pdl convocato per le ore 18 in via del Plebiscito, il Cavaliere dovrebbe già prospettare la possibilità che sia Alfano a guidare nel futuro il partito di via dell’Umiltà, mentre La Russa e Verdini – soprattutto quest’ultimo – potrebbero ricoprire incarichi legati all’organizzazione oppure restare coordinatori fino al cambiamento dello statuto. Eccoli, quindi, i punti salienti che stanno in testa al premier, il quale, nei giorni scorsi aveva anche sposato l’idea delle primarie. Nonostante qualcuno dalla maggioranza faccia notare come, da statuto, nessun cambiamento nell’impianto del triumvirato possa essere effettuato fuori dal congresso del partito.
Un’altra incognita, ricorda ancora il Corriere, è il nome di Claudio Scajola. Per cui, se Lupi dovesse passare alla Giustizia, si libererebbe il posto di vicepresidente della Camera. Mina vagante del piano sarebbe invece il governatore lombardo Roberto Formigoni che, ospite ieri a ‘Ballarò’, ha dichiarato: “Nel partito l’opinione di Berlusconi conta, ma non decide da solo”.