Politica

Partigiani e nazifascisti non sono “equiparabili”

Non diamogli tregua, questi non hanno neppure il senso della vergogna!
Non si erano ancora spenti gli echi della batosta elettorale che già gli squadristi berlusconiani erano all’opera per portare all’approvazione la legge sulla equiparazione tra i nazifascisti di Salò e i partigiani.

Ci hanno provato per l’ennessima in volta in commissione, alla Camera dei deputati, spacciando questa robaccia “per un atto di giustizia e di pacificazione”, in realtà si tratta solo dell’ennessimo tentativo di cancellare la memoria e di equiparare i boia e le vttime.

Per ora sono stati bloccati dalla reazione delle opposizioni e, forse, dal senso di vergogna di qualcuno dei loro che sente sempre più vicina la fine politca e morale del ventennio berlusconiano.

Questa proposta di legge è stata scritta con lo stesso inchiostro che già li aveva portati a chiedere una commissione di inchiesta per strappare le pagine sgradite dai libri di testo o per punire gli insegnati “che fanno propaganda”, cioè quelli che  magari consigliano la lettura di un testo di Saviano, di Gramsci, di Don Milani, di Gobetti o di altri pericolosi “sovversivi”.

A quando una proposta per sequestrate il televisore o il computer a quelli che guardano i programmi di Santoro, di Travaglio, della Dandini, della Gabanelli, di Fazio o  magari ascoltano una canzone di Celentano?

Per questo non dobbiamo dargli tregua, per questo dobbiamo impegnarci a testa bassa perchè la maggioranza dei cittadini si rechi al voto per i referendum e consenta la vittoria dei Sì su tutti i quesiti.

A quelli che vorrebbero imbavagliare tutto e tutti dedichiamo il bellissimo appello preparato dall’Anpi, l’associazione dei partigiani, che ha deciso di convocare per il prossimo 2 giugno a Milano una grande manifestazione per la Costituzione e per la legalità repubblicana:

L’appello dell’Anpi
“Noi, lo scorso anno a Milano, abbiamo festeggiato il 2 giugno con una grande manifestazione che affermava il legame indissolubile fra la Repubblica e la Costituzione, riconoscendo le loro comuni radici nella Resistenza, quale moto popolare di donne e di uomini che ha liberato il Paese dall’occupazione tedesca, dalla dittatura fascista e riunificato l’Italia.

La guerra di Liberazione e poi la proclamazione della Repubblica pongono un suggello al Risorgimento ed a una rinnovata unificazione del Paese, facendo riconoscere gli Italiani, non più e non solo in confini geografici, ma in valori e precetti comuni: quelli della Carta Costituzionale!

La Costituzione è base della nostra libertà e del nostro vivere civile. In essa sono scolpiti i pilastri della nostra democrazia:

i diritti umani e sociali, la partecipazione della cittadinanza alla vita sociale e politica;

la passione egualitaria, cioè la passione verso i diritti di cittadinanza, egualmente riconosciuti a tutti. A partire dal diritto al lavoro e alla formazione, eliminando gli impedimenti e gli ostacoli e creando le condizioni al suo esercizio effettivo;

l’autonomia e la separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), compreso quello dell’informazione; e la loro indipendenza, la loro laicità e l’equilibrio tra di essi.

La Costituzione è come un albero, radicato nella terra in cui nasce e cresce. Si può potarlo o innestarlo, ma non si può sradicarlo dalla sua terra, senza farlo morire. Oggi questi pilastri e questi principi sono a rischio. E dunque la stessa democrazia può entrare in crisi e correre rischi di svuotamento e di involuzione.

Gli attacchi del Governo e della sua maggioranza parlamentare alla Costituzione e alle Istituzioni di garanzia, finiscono per delegittimare le regole fondamentali su cui si basa la civile convivenza e sulle quali si può costruire, per i giovani, una vita serena e dignitosa ed una speranza per il futuro.

Noi non possiamo più tollerare gli insulti alla Corte Costituzionale ed alla Magistratura, le surrettizie proposte di modifica all’articolo 1 della Costituzione, così come quella di abolire il divieto di ricostituzione del Partito Fascista. Non casuali, crediamo altresì, sono i tentativi tardivi del Governo di artificiose modifiche di legge sui temi posti all’attenzione della popolazione dai prossimi referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento; questi escamotage legislativi tendono esclusivamente a vanificare il diritto al voto delle elettrici e
degli elettori.

Noi non ci rassegniamo!

Per questi motivi chiediamo ancora una volta a tutti coloro che si riconoscono nei principi fondamentali della Carta Costituzionale e nei suoi fini, di dare luogo il prossimo 2 giugno a Milano a una grande manifestazione contro ogni tentativo di modificare i principi fondamentali della Costituzione e il significato storico e sociale della proclamazione della Repubblica.