La reazione del Giappone all’ incidente nella centrale di Fukushima è stata “esemplare”. Ma le autorità “hanno apparentemente sottostimato” il rischio di uno tsunami nella progettazione e nella gestione delle centrali nucleari. Questa la conclusione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), esposta in una relazione già consegnata al governo di Tokyo. Una commissione di diciotto esperti dell’Onu, guidati da Mike Weightman, secondo i quali è urgente che le autorità nipponiche mettano a punto un nuovo regolamento, che tenga conto del rischio di tutte le catastrofi naturali e venga “periodicamente aggiornato”. Ad anticipare il riassunto del rapporto è l’agenzia giapponese Kyodo.

Il rischio tsunami sottovalutato dal Giappone riguarda diverse delle 54 centrali nucleari sparse nella regione, scrive il team dell’agenzia atomica dell’Onu. Non solo Fukushima quindi, dove l’11 marzo scorso un’onda anomala di 15 metri – causata da un violento terremoto di magnitudo 9.0 – ha provocato danni alla struttura e fuorisuscite radioattive non ancora risolte del tutto. “La road map per la messa in sicurezza dei reattori danneggiati – si legge in un passaggio del riassunto – è importante e ben conosciuta: sarà necessario modificarla se emergeranno nuove circostanze, anche con la cooperazione internazionale”.

Nella sintesi di tre pagine sull’ispezione avviata una settimana fa e consegnata al governo di Tokyo, l’Aiea sollecita la creazione di “un centro di emergenza più efficace” contro gli incidenti. Per l’agenzia, i “progettisti degli impianti e operatori devono opportunamente valutare e fornire protezione contro i rischi collegati a tutti i pericoli naturali”. Un gesto necessario per tutelare la salute dei lavoratori nipponici. Il rapporto completo sarà presentato a Vienna, in occasione di un incontro fissato per la seconda metà di giugno.

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