L.A.Noire è un videogioco ma anche un film interattivo. Gli sviluppatori hanno impiegato una nuova tecnologia sviluppata tra l’Inghilterra e l’Australia e ben quattro anni di lavoro per ottenere dei risultati espressivi molto realistici, paragonabili a quelli che vediamo al cinema.
Ambientato in una Los Angeles anni ’40 su cui l’industria del cinema proietta senza tregua un’ombra di depravazione, L.A.Noire farà vestire ai giocatori i panni di Cole Phelps, semplice poliziotto della stradale interpretato per l’occasione dal bravissimo Aron Staaton di MadMen.
Attori reali e personaggi digitali, Aron Staaton non è l’unico attore preso dall’enorme vivaio rappresentato dalle serie televisive americane degli ultimi anni, ma solo il primo di una lunga serie di volti famosi che hanno prestato la proprie doti a questo progetto.
L.A.Noire non è un gioco come tanti, ma una storia interattiva da vivere sulla propria pelle, davanti a voi infatti non avrete più fantocci animati più o meno bene, ma per ogni dialogo potrete godere di una perfomance recitativa registrata dal vivo, perfettamente amalgamata con i poligoni che costruiscono i corpi dei personaggi e le scenografie circostanti. Un passo in avanti verso una forma d’intrattenimento del tutto nuova, capace di guadagnarsi l’interesse di Robert DeNiro e il suo TriBeCa Film Festival, dove L.A.Noire è stato mostrato e in seguito discusso con i presenti.
Questa peculiarità è messa al servizio di una ricca avventura investigativa, composta da diversi casi di lunghezza e complessità variabile (e una trama principale che ne sovrasta tutta la struttura), dove il giocatore dovrà fare affidamento sul suo intuito e sulla sua capacità di carpire informazioni da testimoni e indagati. Ogni scena del delitto dovrà essere analizzata e contestualizzata, studiando gli oggetti nei paraggi e scovando prove utili, parlando con i testimoni e mettendoli se necessario alle strette. I dialoghi sono interattivi e per ogni affermazione potremo scegliere se insistere sull’argomento, incolpare il nostro interlocutore o credere alle sue parole.
Mentre saremo impegnati in queste attività L.A.Noire si premurerà di trascrivere tutti gli elementi interessanti sul nostro taccuino, utili per discuterne con altri personaggi e per intrecciare diligentemente la nostra linea investigativa.
Risolvendo queste missioni Cole Phelps riuscirà a guadagnarsi un nome e dal semplice pattugliamento notturno delle strade si ritroverà ben presto dietro una scrivania in qualità di investigatore. Qui le cose si faranno sempre più interessanti arrivando persino a toccare casi avvenuti nella realtà, come quello della famosa Black Dahlia, ovvero la povera Elizabeth Shorts, trovata martoriata il 15 gennaio del 1947 in un parco di Los Angeles.
Per evitare che i meno pazienti si blocchino davanti ad un enigma complicato, o che gli elementi del gioco possano rovinare l’aspetto più cinematografico, in L.A.Noire è possibile richiedere degli aiuti sotto forma di nuovi indizi. Così gli unici ostacoli rimangono le poche sequenze d’azione, le inevitabili sparatorie e gli inseguimenti in macchina che potrebbero spaventare chi di videogiochi non ha mai voluto sentire parlare.
Il gioco, sviluppato da Team Bondi e Rockstar per Xbox360 e PlayStation3, è nei negozi dal 20 maggio.