L'Alleanza resterà nella regione fino alla fine di settembre. La situazione nel Paese continua intanto ad essere drammatica, come rivelano fonti diplomatiche francesi al quotidiano nazionale. Il regime ha instaurato un "clima di terrore" che passa per stupri, esecuzioni sommarie, fosse comuni e irruzioni negli ospedali
Non ci sarebbero feriti e nessuno ha rivendicato l’attentato, ma non è escluso un colpo di coda di agenti infiltrati del regime agonizzante per cercare vendetta contro i ‘traditorì di Bengasi, la città della Cirenaica dalla quale è partita oltre tre mesi fa la rivolta che sta spazzando via 40 anni di Gheddafi al potere.
Malgrado dal terreno continuino ad arrivare notizie frammentarie, l’ennesima defezione del potente ministro libico del Petrolio Shukri Ghanem – annunciata oggi a Roma – restituisce l’immagine di un regime ormai allo sbando.
Oggi la Nato ha prorogato ufficialmente la missione Unified Protector di altri 90 giorni, ma al quartier generale dell’Alleanza tutti si dicono che certi che serviranno meno di tre mesi concessi per completare la missione. L’uscita di scena di Gheddafi dalla Libia è solo questione di tempo, secondo il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, e succederà presto, forse “anche domani”.
La comunità internazionale continua ad ostentare compattezza, la stessa assicurata dal vice presidente Usa Joe Biden e dal capo dello Stato Giorgio Napolitano durante il loro incontro oggi a Roma. La missione ufficiale è ancora quella indicata dall’Onu (proteggere i civili) ma quella ormai palese è il cambio di regime: Gheddafi deve andarsene.
Oggi è arrivata una nuova condanna delle Nazioni Unite per i “crimini contro l’umanità e crimini di guerra” commessi dalle forze governative della Libia. Ma l’inchiesta dell’Onu sul terreno non ha risparmiato neanche le truppe ribelli, accusate anche loro di “alcune azioni che costituiscono crimini di guerra”.