L'opposizione festeggia compatta: "Adesso decidano i cittadini". E annuncia quattro grandi manifestazioni il 10 giugno in diverse città italiane. Soddisfatto anche il Comitato per il sì: accoglienza tra gli applausi per la sentenza che blocca "le furberie alle spalle degli italiani". Ma la maggioranza minimizza
Soddisfazione è stata espressa dall’opposizione che nelle scorse settimane si era mossa compatta per ottenere l’inserimento del quesito alla consultazione del 12 e 13 giugno. E, soprattutto, per incentivare il raggiungimento del quorum. Il commento più cauto è quello del leader di Fli, Gianfranco Fini, che replica asciutto: ”Avevo già detto che era giusto andare a votare a prescindere dal numero dei quesiti”. Più appassionate le dichiarazioni che arrivano da sinistra. “Ora l’opinione pubblica, contrariamente a ciò che pensa il presidente del Consiglio, potrà dimostare la sua maturità votando sì a tutti i quesiti”, commenta il presidente dell’Assemblea nazionale del Pd e vicepresidente della Camera, Rosy Bindi. “Un’altra pessima notizia” per il premier, dopo lo schiaffo dei ballottaggi, aggiunge Oliviero Diliberto, segretario nazionale Pdci-Federazione della Sinistra. Che si chiede: “Che aspetta Berlusconi a dimettersi?”. “La Cassazione ha rispedito al mittente l’imbroglio nucleare del Governo”, afferma in una nota Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd. Secondo cui la Cassazione non poteva non tenere conto delle dichiarazioni del premier “quando ammise spudoratamente che lo stop al piano nucleare del Governo era solo uno stratagemma per evitare il referendum ed impedire agli italiani di dire la loro”. “Trucchi”, gli fa eco il segretario del partito Pier Luigi Bersani, “ancora una volta smascherati”.“Chi la dura la vince – chiosa il leader dell’Idv, Antonio di Pietro -, la legge è legge e nessuno la può aggirare”. Da Pd e Idv, intanto, vengono annunciate per il 10 giugno quattro grandi manifestazioni in diverse piazze d’Italia: in piazza del Duomo a Milano, in piazza del Popolo a Roma, in piazza Dante a Napoli e in piazza Verdi a Palermo. Il culmine della mobilitazione nazionale dell’opposizione per i referendum, in cui interverranno anche cantanti e testimonial del mondo della cultura.
Arrivano intanto le prime reazioni anche dalla maggioranza. “Il governo ha preso una posizione molto chiara, credo condivisa da tutti gli italiani”, sottolinea il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. Convinti che il nucleare sia il futuro, hanno però preferito prendersi una pausa di 12 mesi per “riflettere sul tema della sicurezza insieme con l’Unione europea”, spiega Lupi. Scopo della maggioranza sarebbe stato evitare che gli italiani andassero al voto influenzati dall’emotività che il disastro nucleare giapponese ha provocato nell’opinione pubblica di tutto il mondo. “Eviterei di trasformare sempre tutte le occasioni di elezioni e referendum in spallate per il governo – aggiunge il vicepresidente -, personalmente credo che non andrò a votare, non dobbiamo dare alcun valore politico al referendum ma dare innanzi tutto un valore di merito”. Anche perché, aggiunge il ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, “la decisione della Cassazione desta assoluto stupore”. “Governo e Parlamento hanno abrogato tutte le norme che consentivano l’installazione di centrali nucleari – spiega – formulare un quesito con il titolo ‘Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare’, in assenza di una norma che consenta il ritorno all’atomo, è una scelta che può solo creare confusione nei cittadini”. Secondo il ministro, “la sentenza cambia, tra l’altro, la natura del referendum”, rischiando di cancellare il coordinamento europeo sulla sicurezza e la possibilità futura di tornare sul programma. I passaggi, insomma, contenuti nella norma approvata dalla maggioranza per sospendere la consultazione.