L'Autorità garante delle Comunicazioni chiede alla tv pubblica più tribune referendarie. Dopo l'esposto dell'opposizione. Il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai aggiunge: "Ci sia più confronto tra le opinioni di favorevoli e contrari"
Dopo il via libera della Corte di Cassazione al quesito referendario sul nucleare, la battaglia dell’opposizione per le consultazioni dirette del 12 e 13 giugno passa anche per la comunicazione televisiva. E un assist ai pro-referendum arriva in mattinata dall’Autorità garante per le Comunicazioni. Che ha richiamato la Rai affinché collochi i messaggi autogestiti sul referendum in modo da “garantire l’obiettivo del maggior ascolto”. Un interesse sostenuto anche dal presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, che si è rivolto al nuovo direttore generale, Lorenza Lei. Per l’Agicom, L’atteggiamento della tv pubblica è al momento “non conforme ai principi del regolamento”, secondo la commissione Servizi e prodotti dell’organismo. La decisione dell’autorità garante per le comunicazioni arriva dopo l’esposto presentato dall’opposizione. A preoccupare è la possibilità che il referendum possa non raggiungere il quorum, complice anche la scarsa informazione dei cittadini.
Da qui fino al 12 e 13 giugno, sulla Rai vigilerà l’Agcom, si scrive nel richiamo. Un controllo che riguarderà non solo l’osservanza del richiamo stesso – “attraverso il monitoraggio della programmazione” – ma anche “l’invito già rivolto alla Rai ad incrementare l’informazione sui referendum”. Se la tv pubblica non dovesse ancora rispettare il regolamento, avverte l’autorità garante, l’organismo “adotterà i conseguenti provvedimenti previsti dalla legge”.
Ma lo stimolo a una maggiore informazione sui diversi quesiti e alle indicazioni di voto sulle rispettive materie viene anche dall’interno dell’azienda. A sollecitare il nuovo dg, Lorenza Lei, è il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai. Riportando le lamentele dei Comitati pro-referendum, Zavoli ha sostenuto “l’esigenza di intensificare le tribune referendarie a ridosso della data delle votazioni e una maggiore informazione nei telegiornali, radiogiornali e programmi di approfondimento”. Messaggi che dovranno avere “un’equa ripartizione e visibilità tra i favorevoli e i contrari” e un maggiore coinvolgimento dei Comitati promotori, ritenuti “unici realmente legittimati a illustrare le motivazioni che hanno portato alla richiesta e all’organizzazione delle specifiche consultazioni tramite referendum”.