La giornata conclusiva della tre giorni del Fatto Quotidiano dedicata alla Costituzione fa il pienone
E’ stato il neosindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ad aprire gli incontri tra pubblico ed ospiti. In collegamento via skype, l’ex magistrato è stato accolto da uno degli applausi più caldi della Festa. Vero e sentito affetto per il trionfatore delle ultime amministrative partenopee che ha esordito spiegando il significato di quello straordinario slogan “abbiamo scassato tutto”: “Significa che abbiamo rotto il sistema: l’apparato autoreferenziale dei vecchi partiti, i poteri forti della città, la camorra. Ma l’abbiamo fatto per poter ricostruire e governare”.
Alle spalle una stilizzazione del Quarto stato di Pelizza da Volpedo, De Magistris apre ponti con tutti quelli che a Napoli saranno all’opposizione in consiglio comunale: “Con il Movimento di Beppe Grillo abbiamo obiettivi, istanze e sensibilità molto simili e a Napoli voglio che si crei un percorso di governo comune anche con il Movimento. Il Pd ha l’occasione di potermi utilizzare perfino per i problemi che non è riuscito a risolvere in quindici anni di governo della città. Mi auguro comunque che il mezzogiorno diventi un laboratorio politico più ampio per un nuovo centro sinistra”.
Accaldato e sudato come la sera delle proclamazione ufficiale, il neosindaco pare già indaffarato nelle nuove urgenze del comune di Napoli: “La Jervolino ci ha lasciato un bel regalo: l’approvazione di un bilancio preventivo entro il 30 giugno pena il commissariamento della città. Ebbene già da questa occasione i napoletani vedranno cosa intendo fare in termini di tagli agli sprechi per impiegare gli stessi soldi nel personale che si occuperà della raccolta differenziata, per un’immediata politica di assistenza sociale e per il rilancio della cultura a Napoli”.
Si capisce che i rifiuti sono il tema caldo del suo inizio mandato, ma prima dell’inizio della cruciale “differenziata” il sindaco ci tiene a ricordare qual è la sua più rivoluzionaria impresa: “creerò un assessorato dove si ascolteranno, registreranno e delibereranno istanze nate direttamente dai comitati dei cittadini, dalle associazioni, dai movimenti, dai sindacati. Un osservatorio permanente che nasce dal basso, uno strumento di democrazia per sviluppare una cittadinanza attiva e partecipata. Nulla è impossibile. Bisogna sempre avere la consapevolezza che ogni risultato è possibile”.
E’ Ignazio Marino la liaison con De Magistris per aprire la serata dedicata alla giustizia. Lo scienziato che ha tentato la scalata alla segreteria del Pd e che ha chiuso la campagna elettorale di Napoli assieme a Vendola e Di Pietro ora sta promuovendo la causa dei quattro referendum di domenica e lunedì prossimo: “non possiamo permetterci di far ripartire il nucleare, le scorie rimarranno stoccate da qualche parte o sepolte sottoterra per migliaia di anni. Ma anche la legge sulla privatizzazione dell’acqua o quella del legittimo impedimento sono state approvate con un voto di fiducia e non con una discussione in Parlamento. Allora il 12 e 13 giugno andate a votare per dare una grande lezione di democrazia partecipata”.
Tocca poi a Marco Travaglio approfondire vent’anni di linguaggio di politici impuniti e di politica corrotta. Da Craxi a Berlusconi, giunge l’eco degli storici strilli di Cuore: “Hanno la faccia come il culo”. “L’altro giorno ero al battesimo della figlia di un amico e questo mi ha detto: ce l’hai sempre con lui”, racconta il vicedirettore de Il Fatto, “anche questa volta che l’hanno assolto. Caschi male, gli ho risposto, forse volevi dire prescritto e c’è una bella differenza. Ecco, il fatto che un’idea del genere passi di bocca in bocca e la dicano in tanti, non esclude che sia una stronzata”.
Il caso Berlusconi diventa poi un confronto, in negativo, con il caso Strauss Khan: “se il leader dell’Fmi si fosse trovato a Fiumicino e non al JFK, la procura di Roma, ancora legata a lasciti da porto delle nebbie, nel dubbio avrebbe sicuramente dato torto al più debole. Comunque di fronte a certi sospetti lo stesso Strauss Khan ha lasciato la vita pubblica e cerca di difendersi nel processo e non dal processo come fa Berlusconi”.
Travaglio ricorda con ironia come siano cambiati nel tempo le reazioni degli imputati illustri colti sul fatto a delinquere: “Quelli di Tangentopoli spesso non ce la facevano a reggere la vergogna e alcuni di loro perfino si sparavano. Oggi oltre a mancargli il senso della vergogna, nemmeno arrossiscono”.
“All’epoca gli impuniti, a partire da Craxi, cercavano di difendersi dicendo “così fan tutti” ”, chiosa Travaglio, “e in molti sostenevano quanto fosse coraggioso Craxi. Ma che vuol dire coraggioso? Uno con del coraggio dopo una frase del genere sarebbe dovuto uscire dal parlamento e consegnarsi alla più vicina questura. E’ come quando ieri è sbucata la notizia del calcio scommesse con a capo Signori e molti giornali di destra hanno cominciato a dire: allora non era solo Moggi? Voglio dire, non è che adesso che hanno preso Signori allora Moggi è innocente. Allora ci tocca riabilitare Barbablu solo perché qualcun altro ha ucciso sua moglie?”.