C’è una nuova iscrizione nel registro degli indagati per l’inchiesta sui permessi temporanei T7 per parcheggiare in centro. Si tratta di Gianluca Garetti, indagato per falsa certificazione materiale commessa da un pubblico ufficiale. Il dipendente della Coopertone, che è ancora in servizio, sarebbe già indagato nel filone principale sui pass invalidi per corruzione e falso.
La prossima settimana verrà sentito dal procuratore aggiunto Valter Giovannini. Inoltre è stata convocata in procura Marilena Molinari, la tuttofare del Bologna calcio, titolare di un pass per invalidi a cui sono associate alcune targhe di calciatori.
Molinari e Garetti saranno sentiti per comprendere al meglio il loro ruolo nella vicenda. Ciascuno, in modo diverso, potrebbero aver concorso infatti nella consegna ai calciatori del Bologna Fc sia dei permessi temporanei T7, senza però la necessaria richiesta di residenza all’anagrafe, sia dell’associazione delle targhe dei calciatori ai pass per invalidi.
I giocatori sarebbero sempre gli stessi: Di Vaio, Portanova, Viviano, Mudingayi, Morleo, Esposito e Moras, oltre a Paonessa, ora in forza al Cesena.
Il nuovo filone raccontato ieri dal Fatto Quotidiano è emerso grazie al lavoro della polizia municipale, capitanata dal comandante Carlo Di Palma, che ha controllato la digitalizzazione di Garetti all’interno degli uffici della Coopertone, verificando gli inserimenti di permessi temporanei. Che sarebbero quindi stati numerosi e soprattutto non suffragati dall’esistenza delle pratiche di residenza. I permessi T7 consentono di lasciare la propria vettura in aree contrassegnate dalle righe blu (parcheggio a pagamento) senza pagare la sosta e vengono concessi per un periodo di 90 giorni (rinnovabili) in attesa della residenza temporanea o definitiva.
In un caso in particolare il permesso è stato rinnovato per ben sette volte, senza però alcuna pratica di residenza. Ciascuno vale tre mesi, quindi è quasi di due anni il tempo durante il quale un giocatore ha potuto godere di questo “benefit”.
In Procura, intanto, sono arrivate alcune lettere indirizzate al procuratore aggiunto Giovannini, che coordina l’inchiesta. Tutte provenienti da fuori Bologna, da associazioni di disabili che apprezzano il lavoro della Procura e auspicano che si faccia chiarezza al più presto. Giovannini avrebbe risposto a ciascuna di esse garantendo l’accertamento dei fatti.