L'ad Giovanni Stella conferma: nella rosa Fazio, Santoro, Floris e Gabanelli. Mentre sul futuro societario assicura: "Entro la fine dell'anno avremo un nuovo azionista di maggioranza relativa"
Qualcuno avvisi viale Mazzini. Come cambiare l’immagine di un Cda Rai che in apparenza conferma i programmi sgraditi al Cavaliere e in pratica tiene in bilico mezza Raitre (oltre Annozero)? E come spiegare la sfilata dei direttori di rete che illustrano i progetti al direttore generale Lorenza Lei e scopriranno di aver sbagliato previsioni? Ecco come la racconta chi aspetta un cenno per firmare i contratti: “Manca un particolare: il voto del Cda Rai. Le porte sono aperte e noi – aggiunge Stella – abbiamo un accordo di massima con almeno due conduttori del servizio pubblico. Posso dire che uno o due verranno a La7, ma preferisco usare il condizionale: potrebbero. Vedremo nei titoli di coda chi avrà ragione”. Con chi discute l’amministratore delegato di La7? Sente Beppe Caschetto, l’agente di Floris e Fazio? “Spesso”. E Santoro? “Anche”.
Stella è in piena campagna acquisti nel servizio pubblico che per pubblicità, canone e ascolti dovrebbe sovrastare l’emittente di Telecom; ma la politica e il governo frantumano la solidità di viale Mazzini e così La7 è l’unico approdo sicuro. Fermi, le trattative sono chiuse, però Stella sigilla le buste con i nominati: “Ripeto: uno o due dei quattro che ho citato. Ora osserviamo le mosse della Rai”. E poi fa intuire che Santoro è tra i più indiziati assieme a uno fra Fazio e Floris. É facile capire i motivi. Sul giornalista di Annozero pende il ricorso di viale Mazzini contro il suo reintegro: la sentenza in Cassazione arriverà mercoledì. E la Rai nasconde le carte a Fazio – senza contratto come Floris – per la terza serata di Che tempo che fa, che compare e scompare come nei giochi di prestigio.
Stella offre libertà editoriale più che accordi milionari: contratti a rendimento, un minimo garantito e premi per i risultati Auditel. L’indice share e il conto in banca cresceranno con la stessa velocità sul modello Enrico Mentana: la scommessa era il 7,5 per cento del telegiornale, ora veleggia sul 10. Per investire Telecom ha bisogno di capitali freschi: “Avremo un compagno di viaggio per sanare i conti e migliorare il prodotto”. In corsa (nonostante la smentita) c’è l’ingegnere Carlo De Benedetti con il gruppo Espresso-Repubblica: “È una fra le tante ipotesi”, dice Stella. Il valore in Borsa di Telecom Italia Media è di 278 milioni di euro, il 40 per cento vale circa 300 milioni fra capitale azionario e offerta pubblica di acquisto (opa). E quanto vale La7? Nei primi tre mesi del 2011 ha incassato il 22% in più di pubblicità, passando dai 27,5 milioni nel trimestre 2010 ai 33,5 milioni nel 2011, in proporzione cala il passivo fra costi e ricavi. I numeri migliori sono fuori dal bilancio. É l’abbondante 10 di share di Mentana che trascina Otto e Mezzo, l’Infedele e In Onda e fissa la fascia 18-20:30 al 4,26% (media giornaliera al 3,4). Dal 2009 a oggi, i canali generalisti di Rai e Mediaset hanno perso l’8% di share, ma La 7 è cresciuta soltanto di mezzo punto. Ecco perché Stella s’è piazzato sotto il banano più grosso e masochista.
da Il Fatto Quotidiano del 4 giugno 2011