Sei dipendenti di strutture a cinque stelle di Rimini finiscono agli arresti: organizzavano incontri tra prostitute e i clienti e si intascavano il trenta per cento dei guadagni
Il giudice per le indagini preliminari ha emesso questa mattina sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di cinque portieri e di un facchino, dipendenti di noti hotel a 5 stelle di Rimini. I sei, tutti agli arresti domiciliari tranne uno per i quali è scattato l’obbligo di dimora, sono indagati a vario titolo per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
L’operazione dei carabinieri, denominata “Movida”, nasce da informazioni acquisite durante un’altra indagine relativa questa volta a furti avvenuti all’interno del Grand Hotel di Rimini. Le ricerche hanno fatto emergere una rete di portieri notturni di prestigiose strutture alberghiere della città rivierasca, i quali sistematicamente collaboravano tra loro per procurare e organizzare incontri tra clienti e prostitute, concordando anche il prezzo delle prestazioni. E non solo. Come contropartita i sei pretendevano dalle ragazze, tutte giovani donne provenienti dall’est Europa, una percentuale del 30% del denaro ricevuto e, in alternativa o in aggiunta, rapporti sessuali gratuiti.
“Le quattro strutture alberghiere interessate, tutte a 5 stelle, si trovano a Rimini – fanno sapere i carabinieri – e sono inconsapevoli vittime di dipendenti infedeli”. Dalle indagini è emerso anche che gli stessi approfittavano della loro attività lavorativa per rubare all’interno degli alberghi, portando via posate, argenterie, suppellettili e oggetti di corredo per importi pari a diverse migliaia di euro. Per questo è stata arrestata una persona, che era stata trovata in possesso di materiale furtivo e di un fucile artigianale calibro 16, privo di matricola e completo di munizioni. Parte del bottino è stata recuperata e restituita ai proprietari.