Freddato con tre colpi, stamattina all'alba, Salvatore Grasso, ritenuto organico ai Cappello. Clan affiliato a quello dei Cursoti, ma ultimamente in ascesa. Gli investigatori lavorano per capire se l'omicidio sia collegato al ferimento di ieri dello storico capo dei Cursoti, Giuseppe Garozzo
A Catania si torna a sparare. Cinque colpi di pistola, di cui uno alla testa. Li ha esplosi un sicario stamattina all’alba in uno dei bar principali di Corso Indipendenza, freddando Salvatore Grasso, 53 anni, ritenuto dagli investigatori organico al clan Cappello. Una frangia affiliata ai Cursoti, ma ultimamente in espansione. Tanto da contrapporsi al (sempre meno) potente clan dei Santapaola. Un omicidio che arriva all’indomani del ferimento a Misterbianco proprio dello storico capo dei Cursoti, Giuseppe Garozzo. Della morte di Grasso non ci sarebbero testimoni. A quell’ora, alle 5 e mezzo circa, racconta il proprietario del bar, non c’erano altri clienti e lui stesso non era presente perché intento a sistemare cornetti e brioches. L’uomo sarebbe stato ucciso con cinque colpi alle spalle, mentre giocava a una slot machine posizionata subito dopo la porta d’ingresso del locale. Grasso aveva fatto la gavetta nel clan dei Cursoti, quando era un alleato di ferro della cosca Cappello. Arrestato e condannato per associazione mafiosa e traffico di droga nel 1998, dopo la scarcerazione era ricomparso davanti agli agenti solo per uno scippo compiuto ai danni di un’anziana signora.
Gli inquirenti lavorano adesso per capire se ci sia un collegamento tra l’omicidio di stamattina e il ferimento ieri di Garozzo, detto ‘Pippo u maritatu’ – Pippo lo sposato -, e di un uomo che al momento si trovava con lui. “E’ ancora troppo presto per parlare di una nuova guerra di mafia a Catania, certo c’è una tempistica da valutare, ma ancora ci sono pochi elementi per un’ipotesi privilegiata”, ha affermato Michelangelo Patanè, provvisorio procuratore capo di Catania. Intanto, però, un uomo è stato arrestato per il ferimento di Garozzo. Si tratta di Andrea Giuffrida, 46 anni, conoscente del boss, già arrestato nel corso dell’operazione ‘Idra’ che aveva azzerato i vertici del clan Cappello. Nel suo garage di Belsito, quartiere periferico di Misterbianco, nascondeva una pistola calibro 45 funzionante e ben oleata, insieme a 26 munizioni.
Giuseppe Garozzo si era presentato ieri nella caserma dei Carabinieri di Misterbianco, appena fuori il centro di Catania, riferendo di essere stato ‘gambizzato’, mentre si trovava a bordo di uno scooter con Angelo Adriatico, preguidicato di 68 anni, ferito anche lui. Secondo il racconto dello stesso Garozzo, una moto di grossa cilindrata con due persone a bordo – col volto coperto da casco integrale – li ha affiancati, mentre uno dei due uomini esplodeva diversi colpi di pistola. Garozzo è stato colpito al torace, all’addome, a un polpaccio, alla coscia e a un braccio, ma risulta ferito lievemente. Colpito anche Adriatico, al torace e all’addome.