Un addio ufficialmente “senza polemiche”, quello di Vittorio Feltri. “Ho pensato che sia per me che per Libero fosse meglio cambiare – dice – ma non ci sono motivi particolari. Ho trovato un ambiente diverso da quello che avevo lasciato”.
Poi però Feltri aggiunge qualcosa sul rapporto con Belpietro: “Ci siamo trovati nelle condizioni di quei due gentiluomini che davanti a una porta aperta fanno a gara su chi non debba entrare per primo, ‘prego, passi pure’, ‘ci mancherebbe altro, dopo di lei’, e intanto viene notte…Un’auto non si può guidare in due, perché ha un volante solo”. Quello stesso Belpietro che negli anni Novanta era stato prima suo condirettore a Il Giornale e poi suo successore sia in quella testata che a Libero.
Feltri è stato al Giornale altre due volte, nel gennaio 1994 e nell’agosto 2009, come direttore. Stavolta vi rientra come editorialista. “Non sarà direttore”, ha confermato Sallusti: “Il Giornale – spiega – ha fatto un’offerta importante a Feltri per farlo tornare. Un’offerta che ora è alla sua attenzione. Nelle prossime ore, o nei prossimi giorni, scioglierà le riserve”. Per quanto riguarda, poi, il ruolo che Feltri svolgerà nel quotidiano milanese, Sallusti non ha dubbi: “Da tempo – dice infatti – il giornalista ha rinunciato alla direzione sia negli ultimi anni di Libero sia qui al Giornale. Prima di andare via aveva già passato la mano a me. D’altra parte – aggiunge – Feltri è Feltri e non ha bisogno di un ruolo: scrive, consiglia, coordina. Alla fine un compito formale ci sarà. Ma il problema – sottolinea Sallusti – non è di caselle ma di avere in squadra un campione del mondo. E’ una delle firme migliori che ci sono sul mercato e farà il giornalista a tutto campo”.