Nuovi guai per un imprenditore calabrese che nel 2008 era finito sotto inchiesta a Bologna per presunte fatture false e per l’indebita percezione di contributi comunitari che aveva coinvolto anche il giocatore del Bologna e poi dirigente sportivo Giorgio Bresciani. L’operazione scattata oggi e condotta dalla Dia (direzione investigativa antimafia) riguarda Ferdinando De Marte, 48 ann da Rizziconi, provincia di Reggio Calabria, a cui sono stati sequestrati beni per un valore di 20 milioni di euro costituito da sette società, terreni per un totale di 25 mila metri quadrati (15 mila dei quali edificabili), due immobili e risorse finanziarie sia aziendali che personali.
Le sette aziende comprendono attività nel settore oleario, immobiliare ed edilizio e De Marte risulta anche parte della compagine societaria di un centro commerciale di Rizzoconi, il “Porto degli Ulivi”. Il quale già era finito nel mirino degli inquirenti perché, malgrado la cessione a un’azienda svizzera, su di esso continuavano a grave sospetti nati nel 2007: l’ipotesi degli inquirenti è infatti che sia uno dei nodi di collegamento con una cosca della ‘ndrangheta, quella della potente e bellicosa famiglia Crea.
L’operazione di oggi, se dimostrate le accuse in base alle quali si sono mossi carabinieri e guardia di finanza, dimostrerebbe una pratica – quella delle fatture false per operazioni finte con cui ottenere finanziamenti comunitari – che aveva portato De Marte sotto la lente degli inquirenti bolognesi. Era l’inizio del febbraio 2008 quando le fiamme gialle del secondo gruppo del capoluogo emiliano avevano eseguito sedici ordinanze di custodia cautelare per una presunta truffa ai danni dello Stato da 17 milioni di euro.
Il pubblico ministero della procura di Bologna, Antonella Scandellari, aveva richiesto anche 27 perquisizioni e aveva denunciato a piede libero 17 persone. De Marte, in quest’indagine, era uno dei terminali calabresi di una rete che avrebbe compreso anche l’ex rossoblù Giorgio Bresciani (aveva militato nella squadra nel 1996) e l’ipotesi investigativa è che le persone coinvolte, accusate di associazione a delinquere, avessero trafficato con macchine per la produzione dell’olio d’oliva. Bresciani nel marzo 2007 e nel settembre 2008 aveva già patteggiato due condanne a un anno e 4 mesi e a un anno e 6 mesi per bancarotta fraudolenta.
Imprenditori e commercialisti le professioni delle persone coinvolte nell’inchiesta del 2008 per le quali di recente è stato richiesto il rinvio a giudizio. Dopo l’avviso di fine indagine emesso a inizio anno, l’udienza preliminare è fissata per giovedì 9 giugno.